L’ha uccisa perché ha “perso la testa” quando la compagna gli ha ribadito che la loro storia era finita. Ha confessato così l’omicidio di Romina Vento il suo compagno, Carlo Fumagalli, arrestato per la morte della convivente annegata nelle acque dell’Adda a Fara Gera (Bergamo) martedì sera.

L’uomo, 49 anni, è stato sentito dal gip Vito Di Vita nell’interrogatorio di convalida nell’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo: lì era stato trasferito in ambulanza dopo aver manifestato intenti suicidi nella sua cella del carcere di via Gleno, sempre nel capoluogo.

Nel suo racconto al giudice per le indagini preliminari, Fumagalli ha di fatto confermato la ricostruzione dei carabinieri di Treviglio. In un primo momento la morte di Romina era apparsa come un tragico incidente. Il corpo della 44enne era stato trovato martedì sera a circa 300 metri dall’auto in cui viaggiava assieme al compagno, una station wagon bianca finita nell’acqua del fiume a Fara Gera d’Adda.

Secondo la ricostruzione fornita dai militari dell’Arma, Fumagalli si era lanciato col veicolo nell’acqua volontariamente. Stando ad alcuni testimoni sentiti dai carabinieri di Treviglio, l’auto a velocità sostenuta sarebbe passata nel varco esistente tra due tratti di guard-rail della strada che costeggia l’Adda, terminando la corsa nel letto del fiume, dove si è poi inabissata quasi completamente.

I testimoni avrebbero udito una voce femminile chiedere aiuto e successivamente, accese le torce dei cellulari, avvistato un uomo che, nuotando fino alla lingua di terra che si erge in mezzo al fiume, vi scompariva dentro tra la folta vegetazione presente. Fumagalli era stato poi intercettato dopo alcune ore dai carabinieri mentre vagava per strada nel territorio del comune di Vaprio d’Adda.

Al gip Fumagalli, sarto specializzato in una ditta della zona, ha raccontato che martedì pomeriggio era andato passato a prendere in auto la compagna al lavoro. Con loro inizialmente c’era anche un collega di Romina, che è stato accompagnato a casa. Successivamente nel corso di una discussione in auto, Romina gli aveva confermato l’intenzione di troncare la loro relazione, decidendo così di porre fine alla vita della donna.

Fumagalli si è dunque diretto verso l’Adda, gettandosi nel fiume con l’auto e “accettando l’ipotesi di morire anche lui“, come ha spiegato il difensore, l’avvocato Fabio Manzari. Ma a differenza di Romina, Fumagalli è sempre stato un esperto nuotatore, mentre la compagna non sapeva nuotare: un tuffo in acqua che sarebbe stato quindi fatale per la donna, con cui aveva avuto due figli.

Da cinque settimane – ha aggiunto il legale – aveva interrotto la cura che seguiva per una patologia psichiatrica“, ma senza avvisare il medico.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.