Ci sono prove di disgelo sul fronte russo-ucraino. Notizie ‘incoraggianti’ arrivano infatti dopo il vertice tenuto a Kiev tra il presidente ucraino Volodimir Zelenskij e il cancelliere tedesco Olaf Scholz, e dalle notizie che arrivano dalla Russia.

Il presidente Vladimir Putin ha infatti incaricato il suo ministro degli Esteri, Serghei Lavrov, di continuare le consultazioni con l’Occidente sui principali problemi di sicurezza della Federazione. “Ci sono chances di accordo”, ha spiegato Lavrov, mentre da parte sua l’uomo forte del Cremlino ha ribadito che la “linea rossa” da non poter superare è l’adesione dell’Ucraina alla Nato.

Dal fronte russo arrivano poi due notizie contrastanti: da una parte la decisione di fermare alcune delle manovre militari della Marina attualmente in corso, dall’altra il voto della Duma sul Donbass. Per la prima il ministro della Difesa Serghei Shoigu ha spiegato che “parte delle esercitazioni militari russe in corso stanno volgendo al termine”, mentre le altre “saranno completate nel prossimo futuro”.

È un ‘messaggio’ di segno opposto invece la votazione che avverrà domani nella Duma, il parlamento di Mosca, della risoluzione con cui si chiede al presidente Putin di riconoscere come parte della Federazione russa le regioni separatiste ucraine di Donetsk e Luhansk, che si sono autoproclamate Repubbliche indipendenti nel 2014 grazie anche al sostegno economico e militare russo.

Il vertice tra Zelenskij e Scholz

A Kiev invece è andato in scena il vertice tra Zelenskij e Scholz. Nella conferenza stampa che ha seguito il confronto tra i due leader il cancelliere socialista ha assicurato che la Germaniasta con forza al vostro fianco”. “Nessun Paese al mondo ha sostenuto l’Ucraina negli ultimi anni quanto la Germania dal punto di vista finanziario“, ha aggiunto Scholz, che ha anche sottolineato che in caso di aggressione da parte delle truppe russe “saremmo pronti a sanzioni su vasta scala, se la Russia violerà nuovamente la sovranità ucraina, sapremo cosa fare. La sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina non sono negoziabili. Ci aspettiamo dalla Russia chiari segnali di de-escalation, un attacco all’Ucraina avrebbe gravi conseguenze”.

Divergenze sono invece emerse sul gasdotto Nord Stream 2, la cui ‘attivazione’ in Germania è ferma, che raggiungerebbe il Paese bypassando l’Ucraina e altri stati dell’Est Europa. Una infrastruttura che Zelenskij ha definito “un’arma geopolitica” della Russia.

Altro punto chiave trattato in conferenza è stato quello di un eventuale ingresso dell’Ucraina nella Nato, il maggior timore di Putin. Ingresso nell’Alleanza atlantica fortemente auspicato da Zelenskij, secondo cui l’adesione garantirebbe la sicurezza per il futuro di Kiev.

Una questione, quella dell’appartenenza del Paese alla Nato, che Scholz ha definito “non in agenda. Per questo, ha aggiunto Scholz, “è un po’ strano osservare che il governo russo stia mettendo al centro di grandi problematiche politiche qualcosa che in pratica non è all’ordine del giorno. In un certo senso, è questa la sfida che stiamo effettivamente affrontando: che qualcosa che non è affatto il problema ora sia diventato un problema”.

Cancelliere tedesco che ha ribadito quindi come “vale la pena compiere ogni sforzo” per giungere ad una soluzione diplomatica della crisi tra Mosca e Kiev.

Redazione

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