Colloquio tra Joe Biden e Volodymyr Zelensky nel pomeriggio: la telefonata tra il Presidente degli Stati Uniti e quello dell’Ucraina è durata poco meno di un’ora. Le chiavi del vertice: la dissuasione e la reazione, gli sforzi diplomatici e l’allarmismo. Quest’ultimo è un punto caro e spesso citato dal Presidente ucraino che ieri era tornato a ripetere che gli allarmi dell’Occidente che descrivono l’Ucraina come un Paese già in guerra non fanno bene a Kiev. Zelensky da giorni chiede evidenze per l’escalation di allerte Usa sull’attacco. Ha definito il panico come “il peggior nemico” mentre si ripetono gli allarmi a livello mondiale su un’imminente e presunta invasione della Russia. Improbabile una visita, sollecitata da Zelensky, in Ucraina di Biden.

Il colloquio era il terzo dall’inizio dell’anno. Ed era seguito a quello di ieri tra Biden e il Presidente della Russia Vladimir Putin. Biden aveva ribadito un prezzo alto da pagare da Mosca in caso di invasione. Qualche giorno fa il New York Times aveva rivelato stime catastrofiche di una guerra, tra vittime e rifugiati. E Biden aveva evocato lo spettro di una nuova Guerra Mondiale. La Russia in settimana ha intensificato la presenza ai confini con l’Ucraina. Sia in Crimea che in Bielorussia dove sono partite le esercitazioni come nel mare di Azov. Alle radici della crisi l’allargamento della Nato, e il presunto ingresso di Kiev che porterebbe l’Alleanza al confine con la Russia. E le tensioni che dal 2014 attraversano i due Paesi dopo l’invasione della Crimea e la guerra in Donbass.

La Casa Bianca fa sapere in una nota che sostiene “l’impegno degli Stati Uniti per la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina” e  ha ribadito che “gli Stati Uniti risponderanno rapidamente e con decisione, insieme ai loro alleati e partner, a qualsiasi ulteriore aggressione russa contro l’Ucraina”. Non è spiegato in che modo: si presume, come anticipato nei giorni scorsi, con un piano di dure sanzione e il blocco del gasdotto Nord Stream 2. I due leader, si legge ancora nella nota, hanno comunque convenuto “sull’importanza di continuare a perseguire la diplomazia e la deterrenza in risposta al rafforzamento militare russo ai confini dell’Ucraina”. È stato il terzo colloquio tra i due dall’inizio dell’anno e la telefonata è durata poco meno di un’ora. Il presidente ucraino Zelensky ha riferito via Twitter che durante il colloquio si è discusso di “sicurezza, economia, dei rischi esistenti, delle sanzioni e dell’aggressione russa”. Zelensky ha chiesto a Biden un maggiore sostegno militare e finanziario.

Le tensioni erano salite ulteriormente negli ultimi giorni dopo una settimana di fitti colloqui della diplomazia. Il segretario di Stato USA Antony Blinken aveva avvertito nel pomeriggio che “nessuno dovrebbe sorprendersi se la Russia creerà un incidente per giustificare l’azione militare che aveva pianificato da sempre”. Sulla stessa linea le parole del consigliere alla sicurezza nazionale della Casa Bianca, Jake Sullivan, in un’intervista alla Cnn. Alcuni media internazionali avevano scritto che l’invasione potrebbe partire a metà febbraio: Mosca ha negato in più occasioni e ha denunciato un “picco di isteria” da parte degli americani.

Il portavoce del Pentagono John Kirby, a Fox News, ha “detto, e crediamo ancora oggi, che ci sia ancora tempo e spazio per un percorso diplomatico. Pensiamo ancora che ci sia un modo pacifico per evitare una guerra in Ucraina”. Allerta anche a Berlino: in settimana il cancelliere Olaf Scholz è stato impegnato su più fronti, nei colloqui in formato Normandia (Ucraina-Russia-Francia-Germania). Una fonte governativa ha parlato di “situazione critica, molto pericolosa. La nostra preoccupazione è cresciuta”. Scholz domani sarà a Kiev e martedì a Mosca da Putin.

Le sanzioni occidentali, in caso di invasioni sarebbero immediate. Sanzioni che non saranno preventive, ha assicurato il Pentagono, e che comunque a Mosca non fanno né caldo né freddo. Alla Russia “non frega niente delle sanzioni occidentali – ha detto l’ambasciatore russo in Svezia Viktor Tatarintsev – più l’Occidente farà pressione sulla Russia, più forte sarà la risposta russa. Siamo già sotto diverse sanzioni che hanno avuto un effetto positivo sulla nostra economia e agricoltura”, ha spiegato l’ambasciatore riferendosi alle misure introdotte da Ue e Usa per la guerra in Ucraina dell’Est e la presa della Crimea. “Nuove sanzioni non sono un bene ma neppure un male così grande come sembra all’Occidente. Siamo più autosufficienti e siamo stati in grado di aumentare le nostre esportazioni. Non abbiamo formaggi italiani o svizzeri, ma abbiamo imparato a fare altrettanto buoni formaggi russi usando ricette italiane e svizzere” ha concluso Tatarintsev assicurando comunque che “l’ultima cosa che i russi vogliono è la guerra”.

La Polonia si sta preparando a vari scenari: preoccupa un eventuale afflusso massiccio di rifugiati ucraini; la frontiera è lunga circa 530 chilometri. La maggior parte dei Paesi occidentali ha invitato i loro cittadini ad abbandonare il Paese e ha cominciato a svuotare le ambasciate – come ha fatto la Farnesina: gli Italiani in Ucraina sono circa duemila. “Comprendiamo tutti i rischi, capiamo che ci sono rischi”, ha detto Zelensky intervenendo in diretta a una trasmissione, “se voi, o chiunque altro, avete informazioni aggiuntive riguardo a un’invasione russa al 100% a partire dal giorno 16, per favore inoltrateci queste informazioni”, ha insistito a una trasmissione Zelensky. E questo nonostante dallo scorso autunno continuano i movimenti dell’esercito russo.

Oltre 125mila i soldati spostati da Mosca a circondare l’Ucraina. Altri due aerei dagli USA e materiale bellico dalla Lituania sono intanto stati consegnati a Kiev che nella comunicazione confida molto nelle sue forze, che restano comunque incomparabilmente inferiori rispetto a quelle russe. Vivamente consigliato alle compagnie aeree di non sorvolare le acque del Mar Nero da lunedì a sabato per via delle esercitazioni navali russe. Sui social viaggia l’hashtag #StandwithUcraina. Il mondo con il fiato sospeso.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.