Lo scandalo Casaleggio-Philip Morris
“Una manina tolse i rincari sul tabacco”, la conferma di Minenna (dg delle Dogane)
«Nel 2018 c’ero. Ho visto tutto. Ero presidente della commissione finanze a Montecitorio e so chi ha fatto inserire a tutta forza un emendamento di grande favore per il tabacco riscaldato». Le ammissioni dell’onorevole Raffaele Trano al Riformista vanno a confermare le ipotesi per le quali ci fu una intensa attività di pressione intorno al M5S per portare risultati a vantaggio di prodotti del tipo Iqos.
Quando Trano era capogruppo del Movimento in commissione finanze vide comparire l’emendamento a favore dello svapo. Non fa il nome, ma l’identikit. «Era uno che conta nel Movimento, un attuale sottosegretario nel Conte II». Raffaele Trano è uscito dal M5S e può parlare liberamente, è iscritto al misto. Prima di parlare con noi ha partecipato all’audizione del direttore dell’Agenzia delle dogane, Marcello Minenna.
Ha posto il tema della nostra inchiesta. Ne sapeva qualcosa? Minenna replica solennemente: «Ciascuno risponde per la propria storia. A me di pressioni non me fanno perché sanno come reagirei. Non so dire come siano andate le cose in Parlamento, dove non sono». In Parlamento è attivissima, sul tema della tassazione del tabacco, la ricorrente, celebre manina. Avvolta nelle nebbie dei misteri, appare sempre all’ultimo secondo. «La manina scrive, inserisce e talvolta sottrare. Sarebbe molto interessante capire chi ha fatto entrare nella bozza l’articolo 192 comma 6, molto. Anche perché noi parlamentari non partecipiamo alla bozza dei decreti. Da chi è stata assemblata, da chi è stata poi fatta scomparire la norma?”». La vicenda merita di essere raccontata nei dettagli.
L’Italia è l’unico Paese del mondo industrializzato dove il tabacco riscaldato viene tassato al 25%. Intorno a questo trattamento di favore – dopo che abbiamo portato alla luce la relazione speciale che lega industria del tabacco e M5S – nasce una guerra finita subito in tribunale. Con un’accusa pesante: un’intera catena di vertice del Ministero dell’Economia, secondo il Tribunale di Roma, sarebbe stata corrotta dalla multinazionale Philip Morris per ottenere informazioni riservate sulla concorrenza, British American Tobacco e Japan Tobacco. I fatti risalgono ai primi sette mesi del 2018. I vertici delle Dogane e Monopoli sarebbero stati, secondo la Procura, completamente “asserviti ai vertici di Philip Morris Italia”, anche loro indagati, per aver passato informazioni riservate utili a determinare un prezzo di mercato più competitivo rispetto alla concorrenza e avere evitato sanzioni amministrative sui controlli. L’udienza preliminare è fissata per il 12 gennaio prossimo. I reati per cui si procede sono di corruzione e turbata libertà dell’industria e del commercio. La Procura di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per 3 alti dirigenti dell’agenzia delle dogane dei monopoli e altrettanti manager della multinazionale e l’intero vertice di Philip Morris del tempo, l’ex-ad Eugenio Sidoli ora presidente e due attuali dirigenti.
È in questo clima incandescente che ricompare la Manina, tornata protagonista a Palazzo Chigi il 13 novembre scorso. È una manina che toglie. Avviene, infatti, una sparizione. Nel primo pomeriggio viene inviata alla stampa una bozza iniziale della legge di bilancio (leggi articolo 192 a pagina 190) che conteneva il riordino del settore tabacchi e molte azioni anti-contrabbando. All’articolo 192, comma 6, il governo prevedeva un innalzamento della fiscalità degli htp (il tabacco riscaldato, ndr.) dall’attuale 25% a un 25% “ad valorem”, cioè sul prezzo di vendita, che equivale a un 37% di tassazione. Si trattava dunque di un leggero rincaro. Cinque giorni dopo il testo della legge viene trasmesso in via definitiva alle Camere. Dell’articolo 192 non c’è più traccia: sparisce quel lieve aumento fiscale e, incredibilmente, spariscono anche le norme anti-contrabbando. Chi voleva tenere fermo il favore alle major del tabacco riscaldato l’ha avuta vinta un’altra volta. Ed ecco che Minenna in audizione alla Camera nasconde a fatica l’irritazione.
Sul tabacco riscaldato è un susseguirsi di episodi singolari, quando non inquietanti. «Sul tema delle norme che entrano e scompaiono dalle leggi, c’è agli atti al Senato un mio documento: le norme le ho proposte, per mettere in qualità l’Agenzia e la sua operatività. Ho rilevato anche io che si verificano delle ‘manine’ che cancellano delle norme», ha detto con malcelato fastidio. Raffaele Trano ci preannuncia una iniziativa parlamentare per guardarci dentro. «C’è qualcosa che non mi torna e sto preparando una interrogazione puntuale», Durante gli interventi di replica all’audizione di Minenna è intervenuta anche la senatrice Paola Binetti (Fi-Udc) che ha ancora una volta puntato il dito contro i prodotti da inalazione a cosiddetto rischio ridotto. La sua tesi collima con quella dell’Istituto superiore di sanità: chiede che venga cancellato lo sconto al tabacco riscaldato. «Abbiamo assistito, da pochissimi anni a questa parte, a una operazione menzogna, che ha cercato di sostituire il fumo classico – chiamiamolo così – con il cosiddetto tabacco riscaldato».
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