La fuga da Palazzo Partanna pare inarrestabile, tra uscite annunciate in pompa magna e altre passate in sordina, come quella di Luca Moschini che ha chiuso la porta dell’Unione Industriali di Napoli senza fare rumore. Non l’ha sbattuta come hanno fatto Ambrogio Prezioso o Gianni Lettieri, ma è uscito dal retro, in silenzio. È comunque uscito e l’associazione ha perso un nome importante. Luca Moschini è l’AD di Laminazione Sottile e responsabile per l’Unione Industriale di Napoli del settore sviluppo manifatturiero, innovazione, ricerca e competitività. L’ultimo a lasciare, invece, è stato Roberto Barbieri numero uno di Gesac.

La motivazione è più o meno la stessa per tutti: troppe tensioni interne. E le tensioni ci sono, eccome. Il tutto a pochi mesi dalle elezioni del nuovo presidente degli industriali napoletani. È su questo punto che ci sono più intrighi che strategie. Gianni Lettieri, ultimo big che ha lasciato l’Unione industriali di Napoli, lo ha scritto a chiare lettere: si sarebbe aspettato che il candidato per la guida dell’associazione fosse un industriale e non un albergatore. Il riferimento esplicito è a Costanzo Jannotti Pecci, imprenditore del settore ricettivo e termale, che è considerato il fedelissimo di Antonio D’Amato, il vero dominus di Palazzo Partanna da due anni in qua. Jannotti Pecci è l’unico candidato a succedere a Manfellotto. L’astio di Lettieri sarebbe legato a dissapori con D’Amato. Ma, volendo andare oltre, possibile che in tutta Napoli e provincia un candidato con il profilo industriale non c’è? Eppure i nomi che vengono in mente non mancano e riguardano capitani d’azienda con i numeri giusti. Due quelli più adeguati per caratteristiche e per storia aziendale.

Marco Zigon, presidente della Matching Energies Foundation e del Gruppo Getra e Paolo Scudieri, numero uno del gruppo Adler Pelzer e presidente dell’Anfia, l’associazione nazionale della filiera automobilistica. Gli impianti di Zigon si trovano in area casertana. La Getra quindi mantiene il suo posizionamento come gruppo industriale in Confindustria con le iscrizioni alla associazione casertana mentre a quella di Napoli partecipa, al momento, con una quota “di bandiera”, relativa alla holding che controlla il gruppo. Zigon è andato molto vicino alla candidatura a presidente dell’Unione di Napoli, ma ha preferito fare un passo indietro, lasciando campo libero alla successiva designazione di Manfellotto. È sulla candidatura di Paolo Scudieri che il mistero si infittisce. I suoi interessi imprenditoriali sono diversi, spaziando dal food all’automotive. Ma, come detto, è presidente dell’Anfia. Carica in scadenza e che dovrebbe in ogni caso lasciare se scendesse in campo avendo come avversario Jannotti Pecci. Tuttavia lasciare il certo per l’ignoto avrebbe spinto l’imprenditore a fare più di qualche valutazione.

Ecco allora che Scudieri potrebbe accontentarsi, si fa per dire, di un nuovo mandato alla guida dell’Anfia, evitando di scendere in campo contro il candidato di D’Amato. Una sorta di tacito accordo: non mi candido alla presidenza degli industriali di Napoli, ma voglio avere la certezza di non perdere il mio posto all’Anfia. Certezza che potrebbe arrivare nelle prossime settimane dopo una serie di rassicurazioni arrivate da Roma da Aldo Bonomi, vicepresidente di Confindustria. Nel frattempo, l’esodo dalla Confidustria partenopea corre veloce e nelle prossime ore non è da escludere la fuoriuscita di altri imprenditori. Come pure prende forma l’ipotesi di un addio all’Unione Industriali di Marco Zigon e Paolo Scudieri. Insomma, più che un palazzo, la sede degli industriali di Napoli sembra un castello che si svuota…

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.