L'intolleranza da bandire
Università, il messaggio di Mattarella agli anti-israeliani: “Mai recidere i legami”
«Guai a recidere i collegamenti tra gli atenei, come chiedono a gran voce i gruppi filopalestinesi, antisionisti e anti-Nato, con il sostegno dell’intellighenzia estremista, per isolare Israele». È il messaggio che arriva ieri da Trieste dove Sergio Mattarella riceve la laurea honoris causa in giurisprudenza dall’università del capoluogo giuliano che quest’anno celebra il suo centenario.
Dibattito, critica e dissenso
«Le università sono sempre state, oltre che sede di approfondimento e trasmissione del sapere, luogo del libero dibattito, della critica e anche del dissenso nei confronti del potere. Dibattito, critica e dissenso collegati tra gli atenei di tutti i paesi, al di sopra dei confini e al di sopra dei contrasti tra gli Stati», spiega nel corso della sua lectio magistralis il presidente della Repubblica. Che poi ammonisce: «Se si recide questo collegamento, questo prezioso scambio di riflessioni, di collaborazioni, di esperienze, non si aiutano i diritti, non si aiuta la libertà né la pace, ma si indebolisce la forza del dibattito, della critica, del dissenso».
Il linguaggio di Mattarella è felpato, l’atteggiamento è mite. Ma le sue parole pesano come pietre.
L’intolleranza da bandire
Le pressioni unilaterali di militanti e intellettuali per rompere i legami degli atenei italiani con quelli israeliani allo scopo di punire il governo di Gerusalemme puzzano di antisionismo e di antisemitismo. Anche perché nessuno di questi propone le stesse misure nei confronti delle università di Russia, Iran o Cina. E nemmeno c’è spazio per gli atti di squadrismo che impediscono la manifestazione del pensiero nelle aule universitarie da parte di relatori ebrei o comunque sostenitori dello Stato di Israele. In proposito, Mattarella aveva già detto un mese fa che «l’intolleranza va bandita dalle università, perché con l’università è incompatibile chi pretende di imporre le proprie idee impedendo che possa manifestarle chi la pensa diversamente». Insomma, il boicottaggio di Israele e dei suoi atenei è una pagina indegna che alimenta solo l’odio antisemita. In più, chiarisce Mattarella, chiudendo questi rapporti «si aiuta il potere, quello peggiore, che ha sempre cercato di tenere isolate le università del proprio Paese, di impedirne il collegamento con quelle oltre confine». Insomma, anche per far cadere Benjamin Netanyahu si possono usare strumenti migliori. Ma la visita di Mattarella a Trieste è prima di tutto l’occasione per rinsaldare i rapporti di amicizia con la Slovenia. Ecco perché la stessa laurea viene conferita a Borut Pahor, presidente della Slovenia dal 2012 al 2022.
Il monito contro lo spettro del nazionalismo
L’immagine di Mattarella e Pahor – era il 13 luglio del 2020 – mano nella mano a Basovizza, nel ricordo delle foibe, resta indimenticabile e rappresenta ancora oggi plasticamente la capacità di dialogo necessaria per garantire la pace e la prosperità dell’Unione europea. Ecco perché nella sua lezione magistrale il capo dello Stato lancia un monito contro il ritorno odierno dello spettro del nazionalismo che provocò la tragedia della seconda guerra mondiale. Per Mattarella la «brutale e ingiustificabile aggressione della Federazione Russa ai danni dell’Ucraina vìola «l’impegno costante per una democrazia basata sui diritti dell’uomo e sulle libertà fondamentali, la prosperità attraverso la libertà economica e la giustizia sociale nonché un’uguale sicurezza per tutti i nostri Paesi». Contro l’espansionismo di Putin, pertanto, «il progetto europeo è più che mai imprescindibile e urgente» e l’integrazione della Slovenia in Europa diventa un modello di riferimento per l’allargamento della Ue «non soltanto nei confronti di Ucraina, Moldova e Georgia, ma soprattutto dei Paesi dei Balcani Occidentali che oltre venti anni addietro hanno iniziato questo impegnativo percorso di integrazione».
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