I corpi senza vita di due dei quattro dispersi sono stati recuperati dai sommozzatori dei vigili del fuoco nella centrale idroelettrica di Barbi, sul lago di Suviana, dove 48 ore fa è avvenuta l’esplosione che ha provocato dunque cinque morti, tre feriti e al momento ancora due persone disperse. Il ritrovamento cadavere dell’uomo è avvenuto al nono piano sottoterra. “Confermiamo il ritrovamento, circa mezz’ora fa, dopo una nottata e una mattinata di lavori incessanti dei vigili del fuoco, anche con con droni subacquei. Siamo riusciti al momento a recuperare uno dei dispersi” spiega il prefetto di Bologna, Attilio Visconti, in un punto stampa a Bargi in merito all’esplosione della centrale idroelettrica nel bacino di Suviana.

La quarta vittima è Adriano Scandellari

Si tratta di Adriano Scandellari (in basso nella foto), 57 anni, nato a Padova e residente a Ponte San Nicolò (Padova), lavoratore specializzato di Enel Green Power nella funzione di O&M Hydro. Era stato insignito da poco con la stella al merito per il lavoro dal capo dello Stato, Sergio Mattarella. “La quarta vittima è stata recuperata al piano nove, uno dei piani allagati dalla prima giornata. È stata individuata e disincastrata dalle macerie” spiega Francesco Notaro, direttore regionale dei Vigili del Fuoco per l’Emilia-Romagna. “I quattro dispersi – ha aggiunto – non lavoravano tutti nello stesso punto. Tre lavoravano nello stesso punto e uno no. Ci fa pensare – ha concluso – di ritrovare anche le altre tre persone che stiamo cercando”. Poco dopo, alle 12,50, è  arrivata la conferma anche del ritrovamento di un secondo disperso, anche lui al piano -9.

La quinta vittima è Paolo Casiraghi

Identificata anche la quinta vittima. Si tratta di Paolo Casiraghi, 59enne di Milano e dipendente della ABB con sede a Milano. Una vita trascorsa nella zona nord di Milano, fra Niguarda e Bicocca, una passione per l’Inter.

Gli ultimi due disperi sono Vincenzo Garzillo (in alto nella foto), 68 anni, residente a Napoli (quartiere Pianura), ex dipendente Enel di 68 anni, in pensione da poco più di un anno (lavorava nella centrale di Suviana come consulente esterno per supervisionare le operazione di riattivazione dei macchinari), e Alessandro d’Andrea di 37 anni, originario di Pontedera (Pisa) e dipendente della Voith Hydro, azienda tedesca con sede a Cinisello Balsamo.

Le ricerche e le difficoltà

Le ricerche dei vigili del fuoco, impegnati con circa cento uomini e con l’aiuto di droni acquatici e idrovor, vanno avanti senza sosta e tra mille difficoltà. Si cerca nei piani -8, -9 e -10 della centrale. “In via di stabilizzazione l’afflusso d’acqua nei piani allagati della centrale, situazione che ha consentito la ripresa delle operazioni” spiegano  i soccorritori in una nota. Le ricerche, interrotte per oltre 12 ore, sono ricominciate alle 20 di mercoledì 10 aprile sera dopo il ripristino delle condizioni minime di sicurezza per poter lavorare. Ma la situazione rimane ancora molto complicata perché i piani interessati sono ancora con oltre un metro d’acqua, pieni di macerie provocate dall’esplosione e di pezzi di cemento armato.

Il luogotenente Duilio Lenzini del centro Carabinieri Subacquei di Genova spiega che per le attività di ricerca dei quattro dispersi “il problema è l’inquinamento dell’acqua. Principalmente la notte è stata dedicata alla bonifica da uno strato di acqua che invade i locali dove è avvenuto lo scoppio: in particolare sono stati rimossi quasi totalmente gli olii e gli idrocarburi presenti in superficie. Oggi – ha sottolineato – si alterneranno vari operatori subacquei, scende una coppia per volta. La difficoltà è tutto l’ambiente – ha concluso – La visibilità ridotta e la presenza di parti derivanti dal crollo legato all’esplosione”.

“Priorità sono di dispersi”. Indagini su “subappalti”

“La priorità di tutti noi è la ricerca dei dispersi. Dal primo momento non ci siamo fermati un attimo, anche nell’attività di valutazione e studio. Le operazioni devono essere fatte in sicurezza. L’azione che continueremo a fare senza fermarci sarà la ricerca dei dispersi con tutte le altre azioni a contorno”. Così il capo della protezione civile, Fabrizio Curcio, in un punto stampa a Bargi in merito all’esplosione della centrale idroelettrica nel bacino di Suviana.

Nel corso della conferenza stampa il procuratore capo di Bologna, Giuseppe Amato, ha spiegato che sono in corso “accertamenti sugli appalti e i subappalti, abbiamo dato una delega per questo. Non è che il subappalto di per se stesso è un problema, è una figura giuridica prevista dal codice civile a cui tradizionalmente si ricorre per avere personalità specifiche. Non deve essere vista in ottica pregiudizialmente negativa, lo sguardo verso le competenze non deve essere ideologico. Qui noi valuteremo le condizioni delle ditte e se dal punto di vista normativo, di prevenzione e infortunistica è stato fatto tutto”. Si indaga per disastro colposo e omicidio colposo.

Sull’argomento è intervenuto anche Salvatore Bernabei, amministratore delegato di Enel Green Power: “Non c’è nessuna catena di subappalti. Le aziende hanno scelto in autonomia. Non meritiamo questo tipo di affermazioni”.

Il messaggio della moglie di Garzillo: “Mio marito non ha mai avuto problemi con la sicurezza”

“Amore mio dove sei? Torna da noi”. E’ il messaggio pubblicato sui social da Patrizia Buonomo, moglie del napoletano Vincenzo Garzillo, il tecnico ancora disperso nella centrale elettrica dopo l’esplosione Suviana. Nel corso poi di una intervista rilasciata a Il Mattino, la moglie di Garzillo assicura “con fermezza che mio marito, in tanti anni di lavoro con la sua azienda, non ha mai avuto problematiche o difficoltà sul piano della sicurezza. Al contrario, mi ha sempre detto che le strutture e le condizioni di lavoro garantivano la tutela e la sicurezza dei lavoratori. Mi ha sempre parlato di un’azienda seria e, di fatti, non è mai successo nulla che possa aver procurato un infortunio o un disagio a mio marito nei tanti impianti idroelettrici dove ha lavorato”. Buonomo lancia un appello: “Sono in cerca di risposte e pretendo chiarezza. Io, i miei figli e tutta la nostra famiglia, vogliamo sapere cosa è veramente successo lì sotto”.

“Vincenzo era in pensione da un anno e mezzo e avrebbe potuto smettere tranquillamente di lavorare. La sua passione e la sua grande esperienza di collaudatore, l’hanno portato ad accettare qualche consulenza che l’azienda richiedeva facendo affidamento sulle sue qualità di professionista eccellente” sottolinea. Poi aggiunge: “Mio marito conosce tutte le principali centrali in Italia e, fin da giovane, ha sempre viaggiato, specializzandosi come collaudatore di grandi impianti. È un professionista esperto e ha cominciato a lavorare appena diplomato. La sua candidatura era talmente eccellente che l’azienda gli tenne il posto che si era aggiudicato attraverso il concorso perché Vincenzo fu costretto a partire per il servizio militare. Conosce alla perfezione le centrali e il loro funzionamento, per questo è stato chiamato per lavorare in quella struttura”.

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