Sopravvissuto alla strage di Suviana perché in malattia. E’ quanto racconta Diego Ottonello, 45enne operaio di Genova, collega delle tre vittime al momento accertante nell’incidente che ha riguardato la centrale idroelettrica di Bargi, nel comune di Camugliano, in provincia di Bologna, sul lago appunto di Suviana. Ottonello lavorava con titolare Mario Pisani, Pavel Petronel Tanase e Vincenzo Franchina per l’azienda Engineering automation srl. Raggiunto dall’agenzia Lapresse, spiega perché non era con loro nel primo pomeriggio di martedì 9 aprile quando l’esplosione di una turbinai a circa 40 metri di profondità ha provocato morti, feriti e quattro dispersi.

“Io lavoro in azienda da un paio d’anni, ci occupiamo di quadri e impianti elettrici. Eravamo già stati all’interno della centrale di Suviana, almeno 4-5 volte, c’ero stato anche io. Andavamo sempre con il nostro titolare, Mario Pisani, che ci spiegava il lavoro. In questi giorni ero in mutua, mi sono fatto male fuori dal lavoro. Ho saputo dal giornale e dal telegiornale cos’era successo”.

Una azienda esterna che lavorava spesso con Enel. Ottonello sottolinea che i colleghi erano lì per supervisionare. Loro “sul lavoro sapevano cosa fare” e “non escludo ci sia stato qualche altro problema. Tra l’altro erano andati neanche per lavorare ma per effettuare una supervisione ad un lavoro che era già stato fatto, stavano controllando, non dovevano neanche trovarsi lì”.

Ottonello ricorda così i suoi colleghi: “Vincenzo era un ragazzo, troppo giovane per perdere la vita così. Si era appena sposato, aveva una bambina appena nata. Mi dispiace tanto, non doveva andare così. Anche Pavel lascia una famiglia. Brave persone, grandi lavoratori. Ho letto che i dipendenti di altre ditte avevano sentito rumori strani da una turbina che girava a livelli più alti del normale e poi c’è stata l’esplosione; forse c’è stato un problema prima”.

Redazione

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