Il confronto non alla Rai
Il duello Meloni-Schlein non è da Rai, Diamanti: “Occasione persa, il dibattito può generare hype e ascolti e spostare tanti voti (anche su altre tv)”

Il giudizio di Giovanni Diamanti, presidente di Quorum/YouTrend, è netto: la Rai ha perso una grande occasione, complice anche la legge sulla par condicio che continua a dare risposte «non più al passo coi tempi». Il duello tra Giorgia Meloni ed Elly Schlein, inizialmente fissato per il 23 maggio a Porta a Porta, è saltato sulla rete pubblica e ora le emittenti private si sfregano le mani. Una ghiotta occasione per loro oltre che per la presidente del Consiglio e per la segretaria del Pd, pronte a sfruttare una «situazione win/win» per allargare i loro consensi a discapito dei rispettivi competitor d’area.
È arrivato lo stop al duello Meloni-Schlein da Vespa per questioni di par condicio e veti dei partiti. Ma così il servizio pubblico rinuncia a un importante appuntamento di democrazia…
«Sì, penso sia veramente una brutta notizia per la pubblica informazione. Ovviamente l’Agcom fa il suo lavoro. Ma il dibattito tra leader dovrebbe essere una tradizione democratica insostituibile, purtroppo in questo paese non lo è mai stato».
La vicenda pone al centro l’urgenza di rinnovare un regolamento ormai superato dal tempo. Oggi ha ancora senso parlare di par condicio o non è la vera risposta per il bilanciamento?
«La par condicio è una legge che parte da giuste esigenze e che, ormai più di vent’anni fa, a queste esigenze di democrazia e pluralismo ha dato alcune risposte corrette e altre non più al passo coi tempi».
A questo punto c’è da aspettarsi che le emittenti private si precipitino per ospitare il dibattito o crede che alla fine la presidente del Consiglio e la segretaria del Pd rinunceranno?
«Penso sia una grande occasione sia per Meloni, sia per Schlein, sia per le emittenti private. E, se come penso il dibattito si farà altrove, sarà una grande occasione mancata per il servizio pubblico».
Quali sono i temi che gli elettori si aspetterebbero al centro del dibattito?
«Il voto alle europee è soprattutto un voto politico. L’elettore italiano non vota alle europee pensando all’Europa, ma alla situazione politica italiana. È un voto di midterm, spostata un po’ più verso l’inizio della legislatura, le tematiche trattate saranno conseguenti. Negli Stati Uniti si dice “it’s the economy, stupid”: ci possono essere tanti temi, ma alla fine la differenza la fa l’economia. Dall’altro lato, le leader saranno interessate a esasperare le linee di frattura tra di loro: è una cosa che conviene a entrambe. Quindi ci sarà sicuramente spazio per diritti, lavoro e ambiente».
Quali sono le migliori armi, rispettivamente di Meloni e di Schlein, che potrebbero essere usate per vincere l’eventuale duello tv?
«Entrambe sono buone oratrici. Meloni più solida e abituata, Schlein più libera e meno prevedibile per l’avversaria. Meloni avrà l’autorevolezza del ruolo e dovrà mostrarla tutta; Schlein sarà più libera di andare all’attacco, forte di una legittimazione non indifferente dovuta al fatto stesso di partecipare al confronto: l’opposizione è lei, e dovrà trovare il modo di rappresentarla tutta, andando oltre gli elettori Pd».
Linguaggio, postura, espressività/gestualità e abbigliamento: quanto potrebbero pesare i fattori televisivi?
«Postura, espressività e abbigliamento sono elementi di secondo livello nella valutazione dell’efficacia di una performance. Contribuiscono a fondare l’opinione su un leader ma non determinano chi vince e chi perde, a meno di grandi errori. Il linguaggio invece è un fattore fondamentale: bisogna essere diretti, semplici, immediati. L’elettore deve capire cosa comunichiamo con poche parole. Però saranno i contenuti e i messaggi di fondo a fare la differenza, e la strategia scelta dalle due leader».
In definitiva, un duello in televisione potrebbe davvero spostare o attirare consensi? Se sì, in quale percentuale?
«Non siamo abituati ai dibattiti tra leader, questo sta generando hype e potrà fare grandi numeri di ascolti. Quindi: sì, può spostare consensi e non pochi. Ma attenzione, non ne sposterà molti da FdI a Pd o viceversa. Ne sposterà dai partiti minori a FdI e Pd: per le due leader è una situazione win/win. Per una notte Elly Schlein rappresenterà tutta l’opposizione, e per lei sarà una grande occasione, mentre Meloni parlerà prima di tutto agli elettori di Lega e Forza Italia per allargare i propri consensi».
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