Per dire addio alla maglia azzurra in modo definitivo e inappellabile, se non altro per ragioni di carta d’identità, ci sarà ancora tempo. A nemmeno 25 anni d’età, del resto, non è certo il momento di definire per filo e per segno i contorni di una separazione sì ufficiale, ma che potrebbe essere più una dolorosa pausa di riflessione rispetto all’anticamera di un divorzio da cui diventerebbe impossibile rientrare.

Quel che è chiaro a tutti è che Paola Egonu al prossimo raduno della nazionale non ci sarà. La versione ufficiale è lì, sul sito della Federazione Italiana Pallavolo, a definire il perimetro della vicenda. “Tra le convocate non c’è Paola Egonu, l’atleta azzurra, pur ribandendo il proprio attaccamento alla maglia dell’Italia, ha concordato con il commissario tecnico e il presidente federale Manfredi di non partecipare al torneo in Polonia per prendersi un periodo di riposo”, si legge nel testo che annuncia le convocazioni per la collegiale in Val di Fiemme che si aprirà sabato a Cavalese. Poche, semplici righe per mettere nero su bianco quanto già si vociferava nelle ore precedenti, un comunicato volutamente ridotto all’essenziale nel quale a far rumore è per lo più un vocabolo, “concordato”, che lascia intendere l’esistenza di un comune accordo davvero difficile da digerire, se non nelle logiche della comunicazione istituzionale.

Le ricostruzioni, in queste ore, si sprecano. Non potrebbe essere altrimenti, considerando che Egonu può essere ragionevolmente considerata una tra le attaccanti più forti al mondo, se non la migliore in assoluto così come è peraltro stata definita dal commissario tecnico della nazionale turca Daniele Santarelli. Fresco vincitore dell’Europeo e con l’ultimo Mondiale vinto alla guida della Serbia, Santarelli parla a ragion veduta: l’ormai ex numero 18 azzurra infatti l’ha personalmente allenata a Conegliano e, dunque, non si può dire non la conosca in ogni suo aspetto sportivo e caratteriale.

Il quarto posto di Bruxelles avrà probabilmente avuto un peso sulla decisione di Egonu. Da giocatrice simbolo della nazionale, l’opposto del Vero Volley Milano è partita dalla panchina praticamente sempre, con l’appena naturalizzata Ekaterina Antropova a prenderne il posto in campo e la sensazione di un’insoddisfazione crescente che la medaglia di legno dopo il 3-0 subito dall’Olanda nella finalina continentale non può che aver fatto esplodere.

Il commissario tecnico Davide Mazzanti, nel mentre, ha convocato le giocatrici che parteciperanno al torneo preolimpico. A Parigi l’Italia non può mancare; la pallavolo mondiale, ma questo è un discorso evidentemente da affrontare in tempi diversi, non può privarsi di Egonu. Il nodo da sciogliere, in fondo, sta tutto qui. Dal femminile al maschile, l’Italia di Fefé De Giorgi scenderà in campo questa sera ad Ancona – fischio d’inizio alle 21.15 – per la quinta e ultima partita della fase a gironi dell’Europeo 2023. Dopo il 3-0 inflitto alla Svizzera, l’avversario di oggi sarà la Germania. Quattro su quattro le vittorie raccolte dagli azzurri fin qui; Serbia e, appunto, Germania inseguono a quota tre successi a testa. I quattro 3-0 ottenuti dagli azzurri contro Belgio, Estonia, Serbia e Svizzera sono lì a testimoniare l’inizio scoppiettante della nazionale italiana. Il pronostico della vigilia è tutto a favore dell’Italia. Attenzione però a sottovalutare una formazione, quella tedesca, che dovrà dare fondo a tutto quel che ha per guardare all’immediato futuro con ottimismo.

Alle mani di Yuri Romanò, Daniele Lavia e Alessandro Michieletto, tanto per citare i più prolifici contro la nazionale elvetica, il compito di suonare la carica; al gruppo nella sua interezza quello di esaltare i presenti al PalaRossini e, allargando lo sguardo, di far sobbalzare sulla poltrona gli oltre due milioni di italiani che li seguiranno dalla loro televisione.

Alberto Gaffuri

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