Tante parole, nessun passo avanti per lo stabilimento di via Argine che la multinazionale americana Whirlpool ha deciso di chiudere. Ieri l’ennesimo tavolo convocato dal Ministero dello Sviluppo e dell’economia (Mise) per salvare il posto di lavoro a 340 operai si è concluso con un nulla di fatto e un nuovo aggiornamento al 2 novembre, nonostante il ministro del lavoro Andrea Orlando e la viceministra dello sviluppo economico Alessandra Todde abbiano ribadito la volontà di garantire continuità occupazionale agli operai. Non basta per i sindacati che chiedono iniziative concrete per i lavoratori e annunciano una manifestazioni di protesta per venerdì.

«Siamo pronti a garantire continuità occupazione – ha assicurato il ministro Orlando – ma ancora non sono chiari i temi e i modi. Siamo pronti a mettere in atto tutti gli strumenti a nostra disposizione». I sindacati hanno fatto sapere che «alla richiesta di azioni concrete non è ancora arrivato alcun dettaglio operativo». In altri termini, non c’è ancora chiarezza sul consorzio di sette imprese (più Invitalia) che dovrebbe rilevare lo stabilimento di via Argine e riassorbire la forza lavoro. Come non c’è chiarezza sulla norma ad hoc con la quale il governo Draghi intende garantire la continuità occupazionale agli operai fino alla costituzione del consorzio. Nel frattempo la multinazionale americana non si è ancora espressa: non ha rifiutato la possibilità di un trasferimento di azienda, ma si è riservata di valutare l’operazione con i propri legali. Insomma, resta il punto interrogativo anche sulla linea dell’azienda. «La Whirlpool sembrerebbe disponibile a venire incontro alle richieste di garantire la transizione dei lavoratori – ha spiegato la viceministra Todde – ma a oggi non ha ancora specificato le modalità e i tempi. Quindi è ovvio che senza un passo chiaro dell’azienda è difficile sbloccare la situazione».

Todde ha fatto il punto anche sul consorzio che dovrebbe reindustrializzare il sito di via Argine. In ballo c’è un investimento da 87 milioni di euro. Sui nomi, però, vige il massimo riserbo. «Il lavoro del consorzio va avanti – ha precisato Todde – Il Governo continua chiaramente a portare avanti gli impegni presi». Di fronte all’ennesimo annuncio di impegno, ma nessun fatto concreto, di certo c’è solo che il destino dei 340 operai è ancora appeso a un filo. Perciò i sindacati sono esplosi. «Constatiamo che all’impegno politico non è ancora seguita alcuna azione concreta da parte del Governo utile a garantire il passaggio diretto dei lavoratori – hanno scritto in una una nota Uilm, Fiom, e Fim – Chiediamo quindi ai ministri Giorgetti e Orlando e alla viceministra Todde di declinare finalmente gli strumenti con cui intendono intervenire poiché le promesse non possono e non devono rimanere inevase».

Poi l’annuncio di nuove proteste: «Proseguiremo la nostra vertenza legale – hanno fatto sapere le organizzazioni sindacali – e venerdì manifesteremo con tutti i lavoratori di Whirlpool presso la sede di Cassinetta, in provincia di Varese». In attesa della sentenza del Tribunale di Napoli sui licenziamenti, oggi la viceministra Todde sarà a Napoli per visitare il sito e confrontarsi con lavoratori e sindacati. Nei giorni scorsi gli operai hanno incontrato anche il sindaco Gaetano Manfredi che ha assicurato attenzione alla vicenda. I presupposti ci sono, resta da capire se e come si tradurranno in azioni concrete.

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.