Il processo a Woodcock
Woodcock ‘graziato’ dal Csm, il verbale esclusivo e l’intercettazione Pomicino-Legnini: “Convergenza per salvarlo”
Parla l’allora Procuratore Generale della Cassazione Riccardo Fuzio: “La sensazione che vi sia potuta essere una convergenza di interesse che ha portato al rinvio io l’ho avvertita, noi come procura generale eravamo pronti a chiudere quel procedimento e non avevamo alcun interesse al rinvio”
“La sensazione che vi sia potuta essere una convergenza di interesse che ha portato al rinvio io l’ho avvertita ma non ho elementi ulteriori”. E poi: “Noi come procura generale eravamo pronti a chiudere quel procedimento e non avevamo alcun interesse al rinvio”.
A dirlo, a proposito dello ‘stop’ al procedimento disciplinare nei confronti del pm anglo-napoletano Henry John Woodcock, come scritto ieri sul Riformista, è l’allora procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio, interrogato dal procuratore della Repubblica di Perugia Raffaele Cantone nell’estate del 2021.
Il verbale di interrogatorio di Fuzio, contenuto nel procedimento perugino nei confronti di Luca Palamara, confermerebbe quindi il sospetto che Woodcock sia stato ‘graziato’ dal disciplinare grazie ad un intervento delle tanto vituperate correnti della magistratura.
Woodcock ‘graziato’, questi i fatti
Alla fine del giugno del 2018, l’allora vice presidente del Csm Giovanni Legnini aveva chiesto al pg della Cassazione, titolare dell’azione disciplinare nei confronti delle toghe, di raggiungerlo in ufficio.
Fuzio si recò a Palazzo dei Marescialli e trovò nell’ufficio di Legnini anche Palamara.
Allontanatosi quest’ultimo, Legnini disse a Fuzio che Woodcock aveva prospettato la possibilità di rendere nota una non meglio precisata intercettazione fra l’ex ministro Cirino Pomicino e un altro soggetto, in cui il primo avrebbe riferito di un giudizio malevolo dello stesso vice presidente riguardante il pm napoletano.
Lo scopo dell’operazione era quello di fare in modo che Legnini, presidente del collegio disciplinare che doveva giudicare Woodcock per le modalità con cui aveva condotto l’indagine Consip, si trovasse in una situazione di “incompatibilità”.
Legnini non precisò il contenuto dell’intercettazione e Fuzio non chiese altro, limitandosi ad affermare che doveva comportarsi nel modo più corretto.
Legnini rispose che ne avrebbe parlato con il presidente della Repubblica. In particolare, disse di ricordarsi di aver avuto tempo addietro un colloquio con Pomicino ma di non aver memoria di essersi pronunciato su Woodcock e che era sereno sul contenuto di quanto detto. Fuzio sottolineò che Legnini si mostrò molto infastidito dalla possibile iniziativa processuale, anche in ragione della circostanza temporale di fine consiliatura e delle operazioni di voto per il nuovo Consiglio.
Il processo a Woodcock in quel periodo era oggetto di grande attenzione mediatica.
Visto che aveva annunciato di informare dell’accaduto il capo dello Stato, Fuzio gli disse di fargli sapere quando ciò fosse accaduto in modo da poter interloquire anche lui con il presidente della Repubblica.
Nei giorni successivi Fuzio era stato contattato dal procuratore di Napoli Gianni Melillo il quale chiese se potesse incontrarlo.
Melillo riferì al Pg della Cassazione quanto detto da Woodcock, e quindi che gli aveva prospettato la possibilità di una iniziativa nei confronti di Legnini in relazione al contenuto di una intercettazione che, nella sostanza, era già quanto gli era stato riferito dallo stesso Legnini.
Il procuratore di Napoli disse che tale intercettazione era nella sua disponibilità e che, qualora avesse voluto utilizzarla, avrebbe dovuto fare riferimento a lui.
Sempre Melillo disse poi a Fuzio di essere stato contatto da Legnini e che gli aveva chiesto un incontro, immaginandone l’oggetto.
Ciò gli creava un evidente disagio e Melillo disse che avrebbe cercato di evitare l’incontro con Legnini.
L’intercettazione in questione, comunque, sarebbe stata fra quelle trasmesse alla Procura di Roma quando il fascicolo Consip venne inviato per competenza territoriale nella Capitale.
Fuzio, infine, sarebbe stato contatto dal difensore di Woodcock, l’ex procuratore Marcello Maddalena, il quale avrebbe annunciato che l’ultima parola sulla vicenda sarebbe stata del suo assistito.
Il racconto di Fuzio confermerebbe, allora, quanto dichiarò Pomicino.
“Mi sono rivolto al procuratore Melillo in quanto tutti i giornali hanno sempre affermato che questa intercettazione veniva dalla Procura di Napoli che stava svolgendo le indagini su Consip. Melillo, però, non mi ha voluto dire nulla. L’esistenza di questa intercettazione non è stata esclusa”.
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