Dati in peggioramento che allargano la ‘platea’ di Regioni che rischiano, da lunedì 23 agosto, di passare in zona gialla, con tutto ciò che ne consegue per restrizioni e chiusure. Sono quelli diffusi questa mattina dall’Agenas, l’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, che pone di fatto anche la Sardegna a rischio, oltre alla Sicilia.

Il perché è presto detto. Le due Regioni, con dati riferiti al 15 agosto, vedono l’incidenza dei contagi su 100mila abitanti rispettivamente a 147,3 e a 140,16, entrambe ben oltre la soglia dei 50 previsti per il passaggio in zona gialla.

Ma a preoccupare maggiormente è il tasso di occupazione ospedaliera. La Sardegna, secondo gli ultimi dati Agenas aggiornati al 16 agosto, ha oltrepassato la soglia massima del 10% prevista dai nuovi parametri per le terapie intensive portandosi all’11%, mentre la Sicilia è stabile al 9 per cento, sfiorando la soglia massima.

Sicilia che invece sfora per la prima volta la soglia del 15 per cento prevista dai nuovi parametri istituiti dal governo Draghi per i ricoveri in area medica non critica. La regione si attesta, infatti, secondo i dati rilevati da Agenas al 16 agosto, al 16% del tasso di occupazione dei reparti con un aumento dell’1%. In rialzo anche il valore della Calabria al 14% (+1%), della Sardegna al 9% (+1%) e della Basilicata al 10% (+1%).

Per Sicilia e Sardegna il rischio di passare in zona gialla da lunedì prossimo è dunque concreto, visto l’incremento del tasso di occupazione dei reparti ospedalieri. Un cambio di colore comunque non scontato: la percentuale di occupazione dei posti letto dipende ovviamente da quelli disponibili e da giorni la Sicilia ne sta attivando di nuovi in maniera costante.

I DATI DALLE ALTRE REGIONI – Situazioni stabili o con lievi aumenti nei ricoveri per le altre regioni: Abruzzo intensive al 3% (0%) e ricoveri al 5% (+1%); Basilicata intensive al 2% (0%) e ricoveri al 10% (+1%); Calabria intensive al 4% (0%) e ricoveri vicino la soglia al 14% (+1%); Campania intensive al 3% (0%) e ricoveri all’8% (0); Emilia Romagna intensive al 5% (0%) e ricoveri al 5% (0%); Friuli Venezia Giulia intensive al 4% (+1%) e ricoveri al 2% (0%); Lazio intensive al 7% (0%) e ricoveri all’8% (+1%); Liguria intensive in calo al 5% (-1%) e ricoveri al 4% (0%); Lombardia intensive al 3% (0%) e ricoveri al 5% (0%); Marche intensive al 3% (0%) e ricoveri al 4% (0); Molise intensive al 3% (0%) e ricoveri in calo al 3% (-2%); Alto Adige intensive all’1% (0%) e ricoveri in calo al 4% (-1%); Trentino intensive all’1% (0%) e ricoveri al 4% (0%); Piemonte intensive al 2% (+1%) e ricoveri al 2% (0%); Puglia intensive al 5% (0%) e ricoveri al 5% (0%).Toscana intensive al 6% (0%) e ricoveri al 6% (0%); Umbria intensive al 2% (0%) e ricoveri al 5% (0%); in Valle d’Aosta nessuna variazione per le terapie intensive allo 0% e ricoveri stabili al 5% (0%); Veneto intensive al 3% (0%) e ricoveri al 3% (+1%).

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia