Aveva 70 anni
Addio a Riccardo Bonacina, una vita a raccontare con l’umiltà del ricercatore ed il coraggio dell’uomo libero
Un po’ come la definizione che Gian Maria Volontè diede degli attori, che a suo parere non potevano scindersi dalla realtà che interpretavano come da quella che abitavano, così Riccardo Bonacina ha vissuto il suo giornalismo inedito. Nessuno di noi potrebbe dire con certezza dove finiva la sua professione di comunicatore e dove iniziava la vita dell’attivista. In Bonacina erano perfettamente fuse la narrazione e l’impegno sociale, la ricerca delle fonti e la ricerca del bene, senza mai scadere nel racconto ideologico o nel bene fazioso.
La sua creatura non poteva che chiamarsi “Vita”, il giornale del Non Profit italiano, il magazine che da trent’anni approfondisce ogni notizia dell’universo sociale senza parteggiare per nessuno fuorché i più vulnerabili della storia. Perché la Vita vera, nell’interpretazione di Bonacina, non è solo quella delle idee ma è quello spazio fisico della realtà che non pone confini tra un cittadino ed un lettore, un volontario ed un politico, un attivista ed un intellettuale. Riccardo ha lottato per dare nuova cittadinanza alle buone azioni del mondo emergente del terzo settore, ma anche perché avesse una dignità giuridica, un giusto riconoscimento nella vita economica e culturale del paese.
Di fronte all’aggressione della Federazione Russa all’Ucraina non ha avuto dubbio alcuno, è partito per mettere piedi, occhi e cuore sulla terra offesa, ha raccontato fin dai primi giorni ma ha anche organizzato una risposta possibile, senza di lui il MEAN, il Movimento Europeo di Azione Nonviolenta, che ad oggi ha compiuto undici missioni a Kiev e che sta perorando in Europa l’istituzione dei Corpi Civili di Pace, non sarebbe mai nato, senza il suo racconto costante ed appassionato non sarebbe cresciuto. Con il modo in cui ha affrontato la sua malattia ci ha offerto l’ultima lezione ed ora sappiamo cosa fare: continuare. Continuare a vivere ed a scrivere, con la penna e con il sorriso. Con l’umiltà del ricercatore ed il coraggio dell’uomo libero. Ciao Riccardo, non ci mancherai, perché non puoi non esserci nella nostra Vita.
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