Addio alla scrittrice Rosella Loy, morta a 91 anni nella sua casa a Roma, circondata dall’affetto dei suoi familiari, così come riferito alle agenzie dalla figlia e scrittrice Margherita Loy. I funerali si terranno martedì 4 ottobre, alle ore 10.30, nella chiesa di Santa Maria Immacolata di Grottaferrata “per suo espresso desiderio”.

Rosetta Provera, questo il suo cognome alla nascita, era diventata “Loy” dopo aver spostato nel 1955 Beppe Loy, fratello del regista Nanni Loy. La pluripremiata scrittrice sarà tumulata in Piemonte (dove era nato il papà) nel cimitero di Mirabello Monferrato, il paese dove è ambientato il suo romanzo più noto, “Le strade di polvere“, che l’ha portata a vincere il premio Campiello nel 1988.

Rosetta Loy ha amato sin da piccola la scrittura spinta da argomenti come l’amore, la guerra, i bambini, la morte. All’età di nove anni ha ultimato il suo primo racconto. Poi dopo l’esordio ufficiale con “La bicicletta” (Einaudi, 1974, Premio Viareggio Opera Prima), ha scritto vari romanzi (“La porta dell’acqua”, Einaudi, 1976; “L’estate di Letuche”, Rizzoli, 1982; “All’insaputa della notte”, Garzanti, 1984), il più noto dei quali è “Le strade di polvere”, pubblicato per la prima volta da Einaudi nel 1987. Grazie a questo libro ha vinto numerosi premi letterari, come il Premio Campiello nell’anno della sua pubblicazione, il Premio Supercampiello, il Premio Viareggio, il Premio Città di Catanzaro e il Premio Rapallo nell’anno successivo, e infine il Premio Montalcino due anni dopo. Il romanzo narra la storia di una famiglia monferrina dalla fine dell’età napoleonica ai primi anni dell’Italia unita.

Ne “La parola ebreo” (Einaudi, 1997; Premio Fregene e Premio Rapallo-Carige) racconta la storia della sua famiglia, cattolica, e di una certa borghesia italiana (compresa la sua famiglia) che, anche se non apertamente schierate con il fascismo, accettarono le leggi razziali senza avere coscienza della tragedia che si stava compiendo: memoria individuale e memoria collettiva si sovrappongono, sottolineando il peso di una responsabilità storica e morale.

In “Cuori infranti” (Nottetempo, 2010), nelle due favole nere che compongono il volume, la scrittrice racconta gli omicidi di Novi Ligure e di Erba. Poi nel 2017 Rosetta Loy è stata insignita del Premio Campiello alla carriera.

IL MATRIMONIO CON BEPPE LOY

Nel 1955, dopo una lunga frequentazione iniziata quando lei aveva 17 anni, ROSETTA Provera sposò Beppe Loy, fratello del regista Nanni. La loro l’unione (da cui sono nati un figlio e tre figlie) è durata fino alla morte del marito nel 1981, stroncato a 53 anni da un infarto. A proposito della sua relazione con Cesare Garboli, in anni recenti la scrittrice ha detto in un’intervista: “Fu molto buono con me dopo la morte improvvisa di Beppe. Uno shock terribile, con molti sensi di colpa. Come se una montagna mi fosse caduta addosso. Cesare a quel punto mi scelse”.

 

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Napoletano doc (ma con origini australiane e sannnite), sono un aspirante giornalista: mi occupo principalmente di cronaca, sport e salute.