Adidas si è rivolta direttamente all’ufficio per la registrazione dei marchi degli Stati Uniti dopo che la fondazione no profit del movimento Black Lives Matter che si occupa dei diritti delle persone afroamericane diventato famoso in tutto il mondo per le proteste contro il razzismo e la violenza della polizia nella primavera del 2020, ha presentato il suo logo in cui appaiono tre strisce gialle orizzontali “troppo simili” all’iconico simbolo della multinazionale tedesca di abbigliamento sportivo.

È messa sotto accusa, in particolare, la possibilità che Black Lives Matter utilizzi il marchio su prodotti venduti anche da Adidas che, secondo i suoi legali, userebbe le tre strisce gialle facendo pensare ai consumatori del marchio sportivo che questo sia coinvolto nella produzione e nella vendita del merchandising di Black Lives Matter.

Black Lives Matter è nato nel 2012 negli Stati Uniti in seguito alla morte di Trayvon Martin, un ragazzo afroamericano di 17 anni che fu ucciso dalla guardia giurata George Zimmerman in Florida. Nell’estate del 2020, dopo la diffusione del video che mostrava l’uccisione dell’afroamericano George Floyd da parte di un agente di polizia in Minnesota, il movimento è diventato famoso in tutto il mondo.

La fondazione riunisce la rete globale del movimento ha fatto richiesta di registrazione del marchio e del logo per utilizzarlo su vestiti, prodotti editoriali, borse, braccialetti e tazze che venivano vendute per raccogliere fondi. In principio il simbolo era la scritta Black Lives Matter nera su sfondo giallo, ma col tempo si è affermata la versione con le tre strisce che è ora quella più usata insieme all’immagine del pugno stilizzato.

Adidas può far valere l’originalità del proprio simbolo che risale invece a più di 70 anni fa. Nel 1952 il fondatore dell’azienda Adolf Dassler rilevò il design dall’azienda finlandese Karhu. Da allora Adidas ha usato le tre strisce su tutto, dalle tute alle magliette, dalle giacche alle scarpe, tanto che nella richiesta depositata all’ufficio marchi Adidas sostiene che il logo ha acquisito “una fama internazionale e un’enorme riconoscibilità da parte del pubblico”.

La multinazionale tedesca di abbigliamento sportivo in questi anni ha protetto il suo marchio con un’intensa attività legale: solo dal 2008 ha intentato 90 cause e definito 200 accordi extragiudiziali riguardo sempre a questioni legate alle tre strisce. L’ultima è arrivata a giudizio lo scorso gennaio dopo una battaglia legale durata oltre un decennio che ha decretato che lo stilista Thom Browne potrà continuare a utilizzare il suo marchio con quattro strisce, sconfiggendo quindi Adidas. C’è speranza ancora per il movimento.

Redazione

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