Non ce l’ha fatta Alessandro Talotti. L’atleta italiano, tra i migliori nel salto in alto, è morto all’età di 40 anni dopo la battaglia contro il tumore che lo aveva colpito. Talotti è deceduto nella notte del 16 maggio a Udine, sua città natale.

Nel corso della sua carriera aveva partecipato alle Olimpiadi di Atene 2004 e Pechino 2008. Il suo primato indoor era stato 2 metri e 32 centimetri. Nel 2002 aveva ottenuto il quarto posto agli Europei. Pochi giorni fa,  Alessandro Talotti si era sposato con Silvia Stibilj, campionessa di pattinaggio a rotelle; la coppia ha avuto un bambino, Elio, lo scorso 30 ottobre.

Commovente il ricordo della compagna: “Buonanotte Angelo mio! Grazie per tutte le cose spettacolari che abbiamo vissuto assieme… grazie per il dono più grande che mi hai lasciato… grazie per esser stato semplicemente te stesso! Ti amo ora e per sempre”.

Nel corso dell’ultimo anno, Talotti aveva parlato della sua malattia: “I medici mi chiedevano ogni volta se me la sentivo di affrontare un nuovo ciclo di chemio — aveva raccontato al Corriere lo scorso novembre — io rispondevo di sì. Se la tua vita è stata superare un’asticella a due metri e venti, il tuo corpo diventa così sensibile da percepire e amplificare anche il minimo fastidio. Il lavoro che il saltatore fa su se stesso è annullare quel dolore, risparmiare le forze e trovare segnali positivi in altre parti del corpo sottraendo energia alla negatività. Non ho mai mollato, ho superato anche gli incubi prima di entrare in sala terapie, uguali a quelli irrazionali che ti vengono di fronte a un’asticella troppo alta e ti paralizzano”.

“E’ stato un grande atleta, Talotti – si legge nella nota della Federazione Italia di Atletica Leggera (FIDAL) -. Il suo 2,32 realizzato a Glasgow, in maglia azzurra, sotto il tetto della storica Kelvin Hall Arena, in un fine gennaio del 2005, è stato la vetta tecnica; ma della sua carriera, contraddistinta da due partecipazioni ai Giochi Olimpici (con il dodicesimo posto finale di Atene 2004), ed il podio sfiorato agli Europei di Monaco 2002, resta soprattutto, in chi l’ha conosciuto, la sensazione di leggerezza che sapeva dare sia con il volo oltre l’asticella, sia con il suo sorriso”.

“Sapeva essere profondo, Alessandro, e improvvisamente virare, sdrammatizzando, verso la battuta. L’empatia, l’attenzione agli altri, la sua cifra quotidiana”, continua la Fidal. Nel post esperienza agonistica, mille iniziative, l’impegno nello sport che prende la strada della dirigenza (consigliere federale nel quadriennio 2012-2016, recentemente era stato anche confermato delegato CONI di Udine), fino ad essere spalla di Massimo Di Giorgio nell’organizzazione, lo scorso inverno, di Udin Jump Development, il salto in alto che trova casa, con una manifestazione ad esso interamente dedicata, nella sua terra. “L’Atletica Italiana piange oggi, riunita, per un figlio che completa il suo percorso terreno. Alla famiglia Talotti – conclude la nota – vanno le condoglianze e l’abbraccio ideale e commosso del presidente federale Stefano Mei, del Consiglio, e di tutti coloro che si riconoscono nei valori del movimento tricolore. Ciao Ale, sei stato davvero “Top”, come amavi dire tu. Non ti dimenticheremo”.

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