Alex Pompa assolto nel processo di secondo grado bis dove era imputato per l’omicidio del padre a Collegno (Torino), ucciso con 34 coltellate dopo essere intervenuto in difesa dalla madre. Questa la decisione dei giudici della Corte d’Assise d’Appello di Torino nei confronti del 22enne che oggi porta il cognome della madre, Cotoia, e che nel processo in Appello, nel dicembre 2023, era stato condannato a sei anni e due mesi di reclusione, sentenza poi annullata dalla Cassazione che ha accolto la richiesta della procura generale e ha disposto un nuovo processo. Alex era stato inizialmente assolto nel processo in primo grado per legittima difesa dopo aver ucciso nell’aprile del 2020 il padreGiuseppe, per difendere la madre nel corso un’ennesima lite in famiglia. All’epoca aveva 18 anni.

Nella lettura della sentenza i giudici non hanno pronunciato la parola “assoluzione“, ma hanno detto di avere confermato la sentenza di primo grado, che risale al 24 novembre 2021.

Alex assolto, le prime parole

“Ora voglio trovare il mio posto nel mondo” le prime parole del giovane, riportate dal Corriere.it, dopo la sentenza. “È una gioia indescrivibile” ha spiegato all’Ansa il difensore Claudio Strata. “Spero – aggiunge il legale – che questa pronuncia, autorevolissima, metta fine alla vicenda”.

Il 22enne commenta ancora: “Sono ancora frastornato. Quando i giudici hanno letto la sentenza mi sono voltato verso i miei avvocati perché non sempre capisco cosa viene detto in queste aule. Ora devo metabolizzare, io metabolizzo sempre dopo. Festeggerò con Zoe, la mia cagnolina”.

L’omicidio del padre, la mamma di Alex: “Mi ha salvato la vita”

Dopo l’iniziale condanna del figlio, Maria Cotoia aveva così commentato: “Sarei stata l’ennesima donna ammazzata, io non sarei qua. Importa a qualcuno? Mio figlio quella sera mi ha salvato la vita”.

Il giorno dell’omicidio, è stato lo stesso Alex a chiamare ai carabinieri e a dire “Ho ucciso mio padre”. Aveva da poco colpito Giuseppe Pompa con 34 coltellate. Lo stesso giorno, l’uomo – secondo le ricostruzioni – aveva spiato la moglie al lavoro, infuriandosi perché un collega le aveva appoggiato una mano sulla spalla. “Dopo averla chiamata 101 volte al telefono, non appena mia madre era rientrata a casa lui l’aveva aggredita, sembrava indemoniato. Pensavamo che ci avrebbe ammazzato tutti” hanno raccontato i due fratelli, Alex e Loris.

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