Per lungo tempo mi sono svegliato presto di mattina, così da poter guardare la trasmissione Omnibus su La7. A fine agosto mi è capitato di ascoltare come ospite in trasmissione Dario Fabbri, analista geopolitico e già presenza quotidiana sempre su La7 da Enrico Mentana per gli speciali sull’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Ebbene, da scienziato sociale con qualche competenza accademica – e memore di frequentissime partecipazioni ai seminari di politica internazionale al Massachusetts Institute of Technology (MIT) quando insegnavo lì – sono rimasto assai esterrefatto di fronte al modo sontuosamente apodittico di ragionare da parte di Dario Fabbri: con il termine apodittico mi riferisco al meccanismo che consiste nel affermare che un certo fenomeno – in questo caso di politica internazionale – abbia determinate cause, caratteristiche e conseguenze senza allegare a ciò dimostrazioni teoriche e/o empiriche stringenti.

Con una coincidenza piuttosto interessante, un mio amico che lavora dalle parti del Partito Democratico (PD) mi ha suggerito di indagare meglio sulle credenziali accademiche di Dario Fabbri, che erano piuttosto scarne su internet. Ho dunque preso le mosse dalla pagina di Wikipedia dove si specificava che Dario Fabbri è giornalista e laureato in scienze politiche. Dunque mi è sembra giusto porre la domanda su “X fu Twitter” (devo a Enrico Mentana questa bella definizione) intorno a quale fosse il luogo e la data della laurea in scienze politiche di Fabbri: a motivo del mio senso di affidamento che si posava sicuro su questa pagina Wikipedia e su altre presentazioni di Dario Fabbri come “dottore in scienze politiche”, non potevo che definirlo compiutamente come “Dottor Dario Fabbri”, anche se qualche dubbio cominciava a insinuarsi nella mia innocente testa. Per quali ragioni? Innanzitutto non riuscivo a recuperare informazioni sull’Università in cui Fabbri si sarebbe laureato, anche se alcuni amichevoli utenti su X fu Twitter mi segnalarono alcuni tweet di Germano Dottori, che lo menzionava come suo allievo presso l’Università Luiss, all’interno del corso insegnato con Carlo Jean. In secondo luogo non riuscivo a trovare nessun curriculum in formato PDF – ma anche Word, a questo punto! – vergato da Dario Fabbri.

Ho anche menzionato Dario Fabbri con il suo “handle” su X fu Twitter ma non ho ottenuto risposta: anzi, è stato interessante leggere la sua dichiarazione su MowMag relativamente al fatto che lui non era solito rispondere a domande personali, e dunque non rispondeva sul tema della laurea, che per un personaggio pubblico a mio parere ha ben poco di personale, come segreto da tenere nascosto con olimpica reticenza. Il 5 settembre, cioè un mese fa, scrissi dunque una serie di PEC (Posta Elettronica Certificata, per chi ama la geografia imperiale degli acronimi) a quattro diversi indirizzi della LUISS per avere informazioni sulla data della laurea di Dario Fabbri, tenuto conto della dichiarazione di Germano Dottori di cui dicevo sopra.

Secondo voi mi hanno risposto? No. Avrei persino gradito di più un diniego esplicito sulla base della – a mio parere contestabilissima – disciplina regolamentare sulla privacy. Il giorno successivo ricevetti a sorpresa un lungo messaggio whatsapp da parte di Enrico Mentana, a cui erano stati segnalati i miei tweet e che gentilmente mi faceva sapere di non essere solito chiedere posizione politica e possesso di una laurea alle persone che decidesse di far lavorare con lui. Dunque, in termini di teoria dei giochi mi veniva da capire che Mentana non avesse alcuna informazione specifica sulla laurea di Dario Fabbri: tuttavia trovavo piacevole il fatto che mi aiutasse a tenere viva la questione sui social network, autorizzandomi a rendere pubblico il suo lungo messaggio.

Nelle settimane successive continuavo a intervenire sul tema, fino all’epilogo recentissimo della lunga faccenda: nel medesimo giorno della puntata de Le Iene in cui Antonino Monteleone domandava a Fabbri se si fosse laureato (ottenendo una franca risposta negativa), lo stesso Fabbri sulla rivista Dissipatio cercava di buttare acqua sul fuoco della salienza televisiva imminente spiegando di avere studiato scienze politiche alla LUISS ma di avere “abbandonato all’ultimo anno” per concentrarsi sulla geopolitica, collocarsi “fuori dall’accademia per sviluppare un pensiero diverso, estraneo alle relazioni internazionali e alla politologia”. Pregevole supercazzola per dire di non essersi laureato.