È una delle più grandi speranza del ciclismo italiano. Antonio Tiberi, 21enne già professionista per il team Trek-Segafredo, medaglia di bronzo agli europei 2018 e oro nella crono juniores ai mondiali 2019, è finito però nel mirino delle autorità di San Marino, lo ‘staterello’ dove risiede dal 2022 godendo del regime di tassazione agevolata dalla legge sulle residenze atipiche.

Nel ‘Titano’ Tiberi è finito nei guai con l’accusa di aver sparato e ucciso un gatto. Un atto di per sé già deplorevole, al quale si aggiunge un particolare non di poco conto: il felino era stato “adottato” dal ministro del Turismo di San Marino Federico Pedini Amati, ex Capitano reggente del Paese.

A riportare la notizia è oggi il Corriere della Sera, che ricostruisce i fatti citando gli atti dell’inchiesta della Gendarmeria di San Marino. Tiberi “posizionandosi con la carabina ad aria compressa del tipo Hatsan BT65 SB Elite in prossimità della finestra dell’appartamento in cui risiede a San Marino… l’imputato esplodeva colpi in direzione via Istriani, colpendo intenzionalmente al cranio un gatto che ivi transitava”, il felino appunto del ministro Amati.

L’inchiesta penale si è quindi conclusa con una condanna a 4mila euro di multa per il ciclista italiano. A Tiberi poteva andare peggio: in Italia il 21enne rischiava di finire in carcere da 4 mesi a due anni, mentre il codice penale di San Marino punisce “con l’arresto di secondo grado o con la multa chiunque sottopone gli animali a strazio o sevizie … ovvero senza necessità li uccide”.

 

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Durissima la reazione dell’ex Capitano reggente di San marino: il gatto “non dava fastidio a nessuno. Non si può sparare a un animale domestico e cavarsela così”. Proprio Amati aveva chiamato i gendarmi dopo l’accaduto. Felino che “era con noi da tanto tempo, mia figlia Lucia, tre anni, lo adorava“.

Da parte sua Tiberi ha chiesto scusa e ammesso le sue colpe. La carabina depotenziata, del tipo Hatsan BT65 SB Elite, era stata acquistata dal 21enne una settimana prima dei fatti contestati. “Il mio intento – ha dichiarato al giudice la giovane promessa del ciclismo nostrano – era semplicemente misurare la capacità di tiro dell’arma, tanto che ho preso di mira un cartello di divieto…ammetto anche di avere (altrettanto stupidamente e incoscientemente) provato a colpire un gatto… e con mia sorpresa l’ho effettivamente colpito… non avevo nessuna intenzione di uccidere l’animale, anzi ero convinto che l’arma non fosse letale”.

Redazione

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