Un anno fa il Governatore aveva proposto un risarcimento ma le trattative sono nuovamente bloccate
“Arianna non può più aspettare, De Luca mantenga le promesse”, parla l’avvocato della ‘Bambina di legno’
Arianna avrebbe dovuto avere tre milioni di euro. Era questo che aveva stabilito la sentenza in primo grado che aveva riconosciuto il maxi risarcimento alla piccola Arianna Manzo che da tutta la vita convive con una gravosa condizione psicofisica che l’ha resa tetraplegica, sorda e ipovedente. A questo si aggiunge il terribile calvario giudiziario, perizie, promesse su promesse che non vengono mai mantenute.
Ad appena 3 mesi, entrata all’Ospedale Cardarelli di Napoli con i sintomi di una bronchiolite poi degenerata in polmonite, le venne somministrato prolungatamente un farmaco non adatto ai neonati, arrecandole danni gravissimi e irreversibili. Si iniziò il processo che in primo grado durò ben 9 anni e che ritenne colpevoli i sanitari coinvolti e stabiliva un risarcimento per Arianna che le avrebbe permesso di garantirsi le dovute cure. Ma poi gli imputati decisero di ricorrere in Appello. E per Arianna e la sua famiglia che vivono a Cava de’ Tirreni, il calvario è iniziato d’accapo.
“L’Ospedale Cardarelli di Napoli ha proposto appello chiedendo la sospensiva del pagamento al quale era tenuto – ha spiegato l’avvocato Mario Cicchetti – La Corte di Appello, accordando tale sospensiva, ha nominato un nuovo collegio di periti che potesse riconsiderare la posizione della piccola, e le cure alla quale era stata sottoposta. Questo collegio, nominato extra Regione Campania, e composto da illustri professionisti nel campo della medicina legale, dell’anestesiologia e della pediatria, si è pronunciato. Lo scorso 14 settembre infatti ha inviato a tutte le parti processuali il proprio elaborato. Le conclusioni a cui questo collegio è giunto sono le stesse se non ancora più approfondite rispetto a quelle del primo collegio che era stato incaricato dal tribunale e che aveva indotto il tribunale di prime cure alla condanna del Cardarelli”.
L’avvocato spiega che nel giugno e nel luglio 2020 c’erano state delle trattative con il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca che poi si interruppero perché l’ufficio legislativo del governatore aveva dato una precisa indicazione unitamente ai difensori del Cardarelli. “Sostanzialmente avevano sostenuto che quelle trattative che erano state condotte, non potessero portarsi avanti perché era opportuno o necessario attendere il deposito della bozza della nuova relazione disposta dalla corte d’Appello – ha detto Cicchetti – Quel momento è arrivato. Il 14 settembre è stato depositato quell’elaborato. Dal 14 settembre attendiamo risposte dal Presidente”.
Ma Arianna davvero non può più aspettare. Ha bisogno di cure specifiche e costose, di un adeguamento dell’appartamento in cui vive e del giusto supporto per vivere dignitosamente. L’amore della sua famiglia non ha eguali ma ha Arianna ha bisogno anche di molte altre cose che la famiglia, da sola, non può permettersi. E in attesa che la giustizia faccia il suo lungo corso Arianna peggiora. Nella migliore delle ipotesi il processo finirà tra altri 2 anni. E, nonostante ben due perizie confermino le responsabilità di quanto accaduto a Arianna, tocca ancora aspettare.
“Le condizioni della piccola Arianna non consentono di superare un ulteriore periodo, di sopportare altri momenti che le condurrebbero a condizioni ancora più infauste – ha concluso l’avvocato – Condizioni che sono già note al Presidente e ai difensori del Cardarelli. Rivolgiamo a De Luca un ultimo appello affinchè ci convochi direttamente a palazzo Santa Lucia per formalizzare quelle trattative che come lui stesso aveva proposto, devono ricaricare esattamente la sentenza di primo grado e con questa il risarcimento al quale il Cardarelli era tenuto”.
© Riproduzione riservata








