La premier teme lo scontro aperto
Canone Rai, la cena a casa Meloni andata di traverso agli alleati: Forza Italia-Lega, crisi di nervi in vista del rimpasto?
Il partito azzurro si oppone allo sconto sul canone, il Carroccio si vendica votandogli contro sulla sanità calabrese. Serve un tagliando: si avvicina il momento della verifica
Il pettegolezzo è parte del gioco politico, ma forse stavolta c’è di più. Negli ultimi giorni le indiscrezioni circolano con una certa enfasi: c’è una vera e propria caccia alla notizia che certifichi un principio di crisi dentro la maggioranza, così da alimentare un po’ un dibattito che altrimenti rischierebbe di risultare piatto. Per innescare la polemica basta poco, una battuta raccolta qua e là, un sorriso amaro, o un “no-comment” che si pone già foriero di una sterminata letteratura politica. Ma cosa sta succedendo nella maggioranza?
Qualche frizione la scorsa settimana si è vista, e l’assenza della Premier impegnata tra Brasile e Argentina ha facilitato il proliferare dei dubbi e delle attese conferme di un vertice chiarificatore. Vertice atteso prima a Palazzo Chigi e poi invece trasferito a casa della Premier. Un luogo più informale, dove potersi confrontare a viso aperto sui nodi politici che dividono nelle sfumature le quattro forze politiche della maggioranza.
Il dopo elezioni regionali non è uguale per tutti e questo può in un certo senso influire sulla volontà di limare le proprie richieste oppure no. Meloni guarda il tutto con la consapevolezza di esercitare una leadership forte e capace di gestire le esigenze degli altri. Perché il successo del centrodestra risiede nella compattezza, nella capacità di trasmettere agli elettori un’immagine forte, coesa, e lontana dalla litigiosità attribuita e mostrata storicamente dalla sinistra. Così era con Berlusconi, così è oggi con Giorgia Meloni.
Certo i punti su cui trovare la quadra non mancano, e di sicuro la legge di bilancio è un nodo cruciale, l’apertura sulle modifiche in parlamento è un segnale di conciliazione evidente. Così come il caos sul canone Rai, con i forzisti che votano con le opposizioni, facendo sì uno sgambetto alla Lega, ma anche all’intero governo, non è l’immagine migliore per il dopo “Apericena” in casa Meloni. Evidentemente andato di traverso a qualcuno, perché le schermaglie non sono mancate: la maggioranza si è divisa anche in commissione Bilancio al Senato dove ieri era in esame il decreto Fiscale. Secondo quanto riferiscono alcuni parlamentari, è stato bocciato un emendamento di Claudio Lotito, senatore di Forza Italia, che riguardava la Sanità in Calabria. La Lega si è astenuta. Il governo si era rimesso alla Commissione. E così la Lega restituisce – proprio nella regione del vicesegretario azzurro, Roberto Occhiuto – lo sgambetto ricevuto sul canone Rai.
Fatti che evidenziano come il governo si trovi nella fase cruciale del proprio mandato, al “giro di boa” dove è necessario riprendere alla lettera alcuni punti del programma. Il taglio delle tasse è uno dei punti cruciali, come altre sfide sul piano nazionale di natura strategica. Governo e maggioranza devono correre alla stessa velocità, così come la percezione in politica estera, esaltata da tutti, deve dimostrarsi eguale in politica interna. Le difficoltà ci sono, e il senso di responsabilità sui conti pubblici è un punto di serietà comprensibile. Ma la percezione è tutto, la clessidra scorre, e anche se Giorgia Meloni ha raggiunto una certa atarassia concentrandosi sul lavoro, gli altri guardano i numeri e i sondaggi, e cercano di ritornare sulle proprie battaglie identitarie. Ieri Salvini ha precisato: «Non ho sentito Tajani, ha da fare, abbiamo da fare. Sento Giorgia Meloni tutti i giorni. Non c’è nessun problema in maggioranza, abbiamo avuto 25 mesi produttivi, abbiamo davanti altri tre anni altrettanto produttivi, abbiamo smentito i gufi». Ma non rinuncia, il leader leghista, a tirare una stilettata all’indirizzo di Forza Italia: «A me è spiaciuta solo una cosa. Ricordo che l’amico Berlusconi riteneva che il canone Rai fosse una tassa, una gabella su cui riflettere e da limare». A giudicare dall’eco dei colpi, non è finita qua.
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