La lettera al direttore
Caro Sansonetti, Salvini ha agito per ragion di Stato o ha commesso abuso di potere?
“Il Ministro dell’interno, Autorità nazionale di pubblica sicurezza ai sensi dell’articolo 1 della legge 1° aprile 1981, n. 121, nell’esercizio delle funzioni di coordinamento di cui al comma 1-bis e nel rispetto degli obblighi internazionali dell’Italia, può limitare o vietare l’ingresso, il transito o la sosta di navi nel mare territoriale, salvo che si tratti di naviglio militare… o di navi in servizio governativo non commerciale, per motivi di ordine e sicurezza pubblica ovvero quando si concretizzano le condizioni di cui all’articolo 19, comma 2, lettera g), limitatamente alle violazioni delle leggi di immigrazione vigenti, della Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare (…)”
Ergo, Salvini ha bloccato persone a bordo di nave militare secondo una condotta esorbitante la norma, e dunque è difficile considerare, ciò che l’ordinamento da lui medesimo appena innovato, non prescrive, come costituzionalmente rilevante oppure ascrivibile ad un interesse pubblico laddove non sottoposto a norme. Da qui l’ipotesi di abuso di potere, in cui non può incorrere un comune cittadino, come tu scrivi, giacché questa condotta si manifesta quando un soggetto, che si trova in una posizione di supremazia rispetto ad una o più persone, nel commettere un reato ( in questo caso un’ipotesi) fa un uso distorto del suo potere; nessun altro cittadino italiano avrebbe potuto impedire l’attracco di quella nave.
È certamente giusto essere garantisti, è un dovere, ed è anche giusto secondo me difendere le prerogative parlamentari dal rischio di un esorbitante ruolo della magistratura, ma rimarrà sempre fondamentale, nelle democrazie liberali, difendere il diritto generale dall’abuso di potere. Le costituzioni democratiche sono proprio state scritte per limitarlo.
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