Ora mancano solamente i due genitori, scappati in patria in Pakistan. È stato arrestato in un appartamento del centro di Barcellona Nomanhulaq Nonamhulaq, 35enne cugino di Saman Abbas, indagato per l’omicidio della 18enne pachistana scomparsa il 30 aprile 2021 da Novellara, in provincia di Reggio Emilia, il cui corpo non è ancora stato ritrovato.

Nonamhulaq era ricercato nell’ambito dell’inchiesta coordinata dalla procura di Reggio Emilia: su di lui pendeva un mandato di cattura europeo per sequestro, omicidio volontario e occultamento di cadavere. Prima di lui erano stati arrestati all’estero l’altro cugino, Ikram Ijaz, e lo zio Danish Hasnain, catturati in Francia e poi estradati in Italia. Tutti sono ritenuti complici tra loro del delitto di Saman, ‘colpevole’ di essersi opposta al matrimonio combinato disposto per lei dalla famiglia in patria.

Ad accusarli è stato il fratello minore di Saman, bloccato al confine tra Italia e Francia: accuse negate dallo zio Danish Hasnain, considerato l’autore materiale del delitto, che durante l’interrogatorio ha dichiarato di essere stato ‘buttato’ nella storia per una questione di terreni e soldi.

Quanto al video che lo riprende assieme agli altri due indagati ‘armati’ di pala e piede di porco, secondo gli investigatori per scavare la fossa a Saman, lo zio anche in questo ha negato ogni addebito spiegando che in realtà i tre erano in procinto di andare a fare dei lavori nell’orto.

Si dichiara all’oscuro di cosa possa essere accaduto a Saman. Proprio in considerazione degli ottimi e affettuosi rapporti che aveva con la nipote ha ritenuto plausibile che si fosse allontanata volontariamente“, aveva spiegato l’avvocato di Hasnain al termine dell’interrogatorio.

Restano ancora in fuga i genitori della 18enne, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, con la ministra della Giustizia Marta Cartabia che ha firmato e trasmesso in Pakistan le domande di estradizione. Ad essere a conoscenza del piano per uccidere Saman era anche alcuni parenti non in Italia, tra cui una zia in Inghilterra: quest’ultima all’indomani dell’omicidio aveva inviato un messaggio audio su WhatsApp al fratello minorenne della 18enne intimandogli di non raccontare nulla ai carabinieri.

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Napoletano, classe 1987, laureato in Lettere: vive di politica e basket.