Il caso della 18enne scomparsa a Novellara
“Non ho ucciso io Saman, tutto falso”, lo zio Danish Hasnain nega le accuse e rifiuta l’estradizione
Nega tutto. “È tutto falso”, dice Danish Hasnain alla giudice della Chambre de l’Instruction della Corte d’Appello. E rifiuta la richiesta di estradizione. Lo zio di Saman Abbas, la 18enne scomparsa nel nulla a Novellara, provincia di Reggio Emilia, nella notte tra il 30 aprile e il primo maggio, era stato arrestato mercoledì scorso, intorno alle 10:00 di mattina alla periferia di Parigi. È il principale indiziato della sparizione e del presunto omicidio della ragazza.
Era destinatario di un mandato di arresto europeo ed è stato rintracciato grazie alla collaborazione tra i carabinieri del nucleo investigativo di Reggio Emilia e la polizia francese. Altri quattro i parenti della 18enne indagati per il caso. Il fratello 16enne della vittima, fermato il 9 maggio in provincia di Imperia, ha raccontato di avere paura proprio dello zio Hasnain e lo ha indicato come il principale artefice della morte della sorella. A Imperia, fermato con il nipote, quando ancora non c’era nessun indagato per il caso, era stato invitato a ripresentarsi per regolarizzare i documenti (che non aveva con sé) ed era quindi sparito.
In fuga anche i cugini di Saman Abbas Nomanulhaq Nomanulhaq, 33 anni, e Ikram Ijaz, 28 anni, fermato a Nimes, in Francia. Le immagini delle telecamere della notte della sparizione inquadravano proprio i tre che si dirigeva verso i campi dietro alla casa della ragazza per poi far ritorno più tardi. Nessuna traccia dei genitori della 18enne, inquadrati dalle telecamere dell’aeroporto di Malpensa, lo scorso primo maggio, a Milano prima di prendere un volo per il Pakistan. Saman si era opposta al matrimonio combinato, nel Paese di origine dei genitori, con un cugino più grande. Aveva una relazione, un fidanzato e le piaceva vestirsi all’occidentale. Per proteggersi dalla famiglia era stata in una comunità protetta prima di tornare a casa per prendere i documenti nelle mani del padre.
Danish Hasnain è considerato quindi l’esecutore materiale del delitto. È accusato di “sequestro, lesioni e omicidio”. Adesso rifiuta l’estradizione. “È tutto falso – ha detto a Parigi come riportato dall’Ansa – forse qualcuno mi ha visto? Sono forse uscito di casa?”. I militari di Reggio Emilia hanno accertato che era in contatto con l’altro cugino ancora latitante, come scrive Il Resto del Carlino. La Camera della Corte d’Appello di Parigi ha fissato al 20 ottobre la seconda udienza per Danish Hasnain e la sua estradizione. La Corte ha chiesto all’Italia un complemento di informazione sul caso. La ministra della Giustizia Marta Cartabia ha firmato inoltre due domande di estradizione al Pakistan per i genitori della ragazza. Shabbar Abbas e Nazia Shaheen.
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