“Roberto Speranza, il ministro della Salute più a sinistra che abbiamo avuto ci ha deluso: ha deciso di fare l’operazione più a destra che si potesse fare. A che pro un ministro così va contro migliaia di lavoratori e agevola indirettamente il mercato farmaceutico? Tra l’altro in piena pandemia da Covid-19!”Luca Fiorentino è un giovanissimo imprenditore italiano. Appena 25 anni e già è amministratore di Cannabidiol distribution, azienda di Torino tra le prime in Italia ad aver lanciato la cannabis light. Ora è arrabbiato. Venerdì scorso il ministero della Salute ha inserito tra i medicinali con sostanze stupefacenti “le composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di cannabis”. Sono i liquidi a base di Cbd, il principio attivo riconosciuto dalla medicina e dall’Organizzazione mondiale della sanità come non psicotropo. Nessuno sballo, insomma, solo capacità rilassanti, antinfiammatorie e antidolorifiche.

“Noi – ci racconta Fiorentino – forniamo alle tabaccherie olio a base di Cbd e fiori di canapa, la vera e propria cannabis light. Siamo l’azienda con più distribuzione in Italia, con i nostri prodotti presenti in ben 1500 tabaccherie. Nel 2016 abbiamo avviato un bel mercato, con tante imprese che hanno seguito il nostro operato: parliamo oggi di un settore che vale 150 milioni di euro all’anno, con oltre 15mila operatori, di cui l’80% sotto i 32 anni. Quindi il ramo della green economy che negli ultimi anni ha maggiormente sviluppato occupazione giovanile, aiutando tantissime imprese agricole che erano andate in crisi”.

Dal 2016 ad oggi tanti successi, ma tra mille difficoltà. “Nel 2018 – spiega – lavoravano per noi 100 persone tra diretti e indiretti (19 dipendenti e oltre 80 tra agricoltori, agenti di commercio, grossisti ecc…). Poi è diventato ministro dell’Interno Matteo Salvini: il nostro settore è stato colpito e anche per colpa di una successiva sentenza della Corte di Cassazione poco chiara abbiamo visto dimezzarsi il personale. Rimane un gap normativo: in quattro anni abbiamo avuto diversi confronti con commissioni e ministeri di competenza per cercare di dare una mano a normare questo mercato, ma ad oggi ci sono più di 2mila indagati e alcuni condannati per spaccio. Sono ragazzi come me che hanno aperto un negozio e commercializzato fiori di canapa. Io stesso ho diversi procedimenti aperti, ma il 90% dei sequestri viene definito illegittimo dagli stessi riesami”.

Poi le ultime decisioni, che secondo l’imprenditore nascondono qualcosa. “C’è uno strano disegno – sostiene – per favorire il settore farmaceutico. In particolare c’è una casa farmaceutica che da anni fa pressing sull’Aifa e quindi sul ministero della Salute. Non posso fare il nome perché sto verificando gli ultimi dettagli prima di procedere per altre vie. Comunque nell’ultimo mese sono state fatte esattamente le tre cose che servivano a loro. La prima è inserire la canapa tra le piante officinali (è stato fatto un mese fa dal ministero dell’Agricoltura). La seconda è chiudere i rubinetti alle aziende che hanno questi prodotti in commercio: l’Agenzia delle dogane e dei monopoli la scorsa settimana ha chiesto un’autocertificazione a tutte le tabaccherie per rinnovargli la licenza, affinché loro dichiarino che non venderanno più prodotti con sostanze derivate dalla canapa sativa. La terza è la decisione presa dal ministero”.

Le conseguenze di queste scelte sono pesanti. “Il Cbd – aggiunge Fiorentino – rappresenta il 40-50% del fatturato dell’indotto del settore. La decisione presa dal ministero rende illegale la prima estrazione dalla canapa, quindi l’olio. Produzione e distribuzione saranno in esclusiva alle case farmaceutiche. Noi al momento siamo bloccati e così diverse aziende simili alla nostra. Non forniamo le tabaccherie e da ieri io ho lasciato a casa tutti i dipendenti: sono in cassa integrazione. Da qui a sei mesi insieme ai miei colleghi stimiamo una perdita di oltre 8mila posti di lavoro: tanti ragazzi che rimarranno a casa».

Cosa fare, quindi, adesso? L’imprenditore ha le idee chiare: “Stiamo decidendo con i legali come proseguire, intanto una parte di tabaccai si stanno ribellando e vogliono affidarsi al Tar. Al momento possiamo vendere solo i fiori di canapa, ma quanto successo crea un’incertezza giuridica ancora maggiore per cui partiranno più sequestri e denunce. Per questo chiediamo al ministro Speranza che il cbd venga immediatamente tolto da quella tabella. Poi chiediamo una regolamentazione di tutto il settore. In Italia abbiamo 56mila tabaccherie. Se oli a base di Cbd e cannabis light fossero commercializzati in tutte le tabaccherie e venissero tassati come le sigarette elettroniche il mercato varrebbe oltre 2 miliardi di euro, con un guadagno per lo stato di 400 milioni all’anno“.