Una corsa ad ostacoli. È quella che devono affrontare gli oltre 900mila italiani che sono guariti da una patologia oncologica. Per loro non è garantita la parità di diritti rispetto al resto della popolazione. Parliamo di persone che possono essere considerate guarite e con un rischio per la propria salute, secondo la scienza, che è pari a quello di tutti gli altri. Guariti per la medicina, non per la legge, per le banche o gli istituti assicurativi.

“Ammalarsi di tumore è una delle cose peggiori che possano capitare nella vita. Sono stata molto arrabbiata, poi ho imparato a sorridere, ho pensato al mio dopo, a come riprendere la mia vita, a come comprare una casa e diventare madre. Ma proprio quando il mio dopo è arrivato ho scoperto che ero guarita per i medici, ma non per lo stato italiano”. Sono le parole di Carolina Marconi a testimoniare questa ingiustizia tutta italiana durante la conferenza stampa di presentazione della proposta di legge sull’oblio oncologico, di cui Maria Elena Boschi è prima firmataria.

È proprio dall’incontro con la showgirl italovenezuelana, durante l’evento Women for Women against Violence, che è nato l’impegno di Boschi a presentare, prima fra tutte a inizio legislatura, una proposta per la prevenzione delle discriminazioni e la tutela dei diritti delle persone che sono state affette da malattie oncologiche. Una legge trasversale “perché l’importante è raggiungere il risultato, non mettere bandierine di partito. Un lavoro condiviso – spiega la deputata di Italia Viva – per arrivare a un testo unico che probabilmente già domani potremo depositare in Commissione. Abbiamo presentato una proposta di legge per superare una ingiustizia. Oggi chi guarisce da un tumore, e la scienza ci dice che passato un certo numero di anni è guarito a tutti gli effetti, subisce ancora delle discriminazioni quando chiede un mutuo in banca, o deve stipulare una polizza sulla vita, una assicurazione. Questo, a nostro avviso, è una ingiustizia che deve essere superata attraverso una legge che vieti questo tipo di discriminazione”.

Una proposta trasversale, che ha viaggiato nell’iter parlamentare come iniziativa bipartisan: “Ho sottoscritto con entusiasmo la proposta di legge della collega Boschi – ha spiegato in conferenza stampa la deputata leghista Vanessa Cattoi, coordinatrice dell’intergruppo parlamentare Insieme per un impegno contro il cancro -. Fa piacere trovare in parlamento argomenti sui quali riusciamo a lavorare tutti insieme come parlamentari appartenenti a diversi gruppi politici”. Le ha fatto eco la parlamentare di Forza Italia Cristina Rossello: “Crediamo e sentiamo questo tema in tanti e la proposta di Maria Elena Boschi, cui vanno aggiunte le varie proposte avanzate in modo trasversale, vanno appoggiate con convinzione”.

Quella convinzione che si aspettano i tanti guariti e che continuano a vivere discriminazioni, barriere e ostacoli. “Il diritto all’oblio oncologico riguarda davvero tante persone – sottolinea il deputato Dem Lorenzo Guerini -. Una norma di civiltà che tra l’altro metterebbe l’Italia sulla scia di altri Paesi europei che già hanno affrontato questo tema così sentito e delicato”.

Una legge adottata già da Francia, Portogallo, Belgio, Paesi Bassi, Lussemburgo e Spagna dopo l’approvazione da parte del Parlamento europeo di una risoluzione che invita tutti i paesi dell’unione europea ad intervenire entro il 2025 con norme adeguate. “A noi – ha spiegato Boschi – piacerebbe che in Italia fosse anticipata questa scadenza e prima della fine di quest’anno riuscire ad approvare sia alla Camera che al Senato un testo condiviso in modo ampio”.

Un auspicio a cui si è associato il deputato del Gruppo Misto Dieter Steger: “ll riconoscimento del diritto all’ oblio oncologico rappresenta la condizione essenziale per il ritorno a una vita dignitosa e permette a tutti i malati oncologici guariti di sentirsi pienamente appartenenti alla società, senza discriminazioni”.
Perché il tumore non è una condanna a morte e “la malattia è occasione di ripartenza”. A sottolinearlo è chi, come il direttore Uoc Chirurgia senologica della Fondazione Policlinico Gemelli Riccardo Masetti, è dalla parte della scienza. Oggi non resta che sanare in fretta una odiosa discriminazione fondata su pregiudizi e non su reali dati scientifici. E il Parlamento, con questa proposta di legge, sembra pronto a mettersi al fianco delle cittadine e dei cittadini affinché un vero nuovo inizio sia un diritto di tutti.