Luigi Salvato è il nuovo procuratore generale della Corte di Cassazione, il primo “pm d’Italia”. Lo ha deciso ieri il Plenum del Consiglio superiore della magistratura. Salvato ha battuto lo sfidante Luigi Riello, procuratore generale a Napoli, per 17 voti a 8. Abbondantemente confermate, dunque, le previsioni della vigilia che vedevano in pole l’attuale procuratore generale aggiunto a Piazza Cavour. In Commissione per gli incarichi direttivi, Riello e Salvato avevano preso entrambi due voti: per il primo avevano espresso la preferenza il togato di Magistratura indipendente Antonio D’Amato, poi relatore della proposta di nomina, e il laico in quota Forza Italia Alessio Lanzi.

Per il secondo, invece, avevano votato Michele Ciambellini, togato di Unicost, e Alessandra Dal Moro, togata di Area, la corrente progressista, la stessa di Salvato.
Il dibattito in Plenum, svoltosi alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, non è stato particolarmente entusiasmante, segno che i giochi erano già fatti da tempo. Per Salvato, comunque, ha votato compatto l’intero Comitato di presidenza del Csm: il vice presidente David Ermini, il primo presidente della Cassazione Pietro Curzio ed il pg Giovanni Salvi. Il fatto che quest’ultimo non si sia astenuto ed abbia invece votato per il suo successore sarà certamente oggetto di polemiche.
A favore di Salvato, poi, tutti i togati progressisti, Giuseppe Cascini, Ciccio Zaccaro, Mario Suriano, Elisabetta Chinaglia e Alessandra Dal Moro, i togati ex davighiani Giuseppe Marra ed Ilaria Pepe, i laici pentastellati Alberto Maria Benedetti, Filippo Donati e Fulvio Gigliotti.

Ha votato per Salvato anche il pm antimafia Sebastiano Ardita che, la scorsa volta, aveva votato per Salvi. Per Riello, invece, hanno votato tutti i togati di Magistratura indipendente, Tiziana Balduini, Paola Maria Braggion, Antonio D’Amato e Loredana Micciche, il pm Nino Di Matteo, i due laici forzisti Alessio Lanzi e Michele Cerabona e quello in quota Lega Emanuele Basile. Astenuto Stefano Cavanna, l’altro laico in quota Lega. Chi si aspettava un intervento di Di Matteo sarà rimasto deluso. Il nome di Salvato è nelle chat di Luca Palamara, non direttamente ma per interposta persona. In casi analoghi Di Matteo aveva sempre preso la parola chiedendo il ritorno in Commissione per esaminare con attenzione i messaggini. Questa volta ha preferito il silenzio.

Chi non ha preferito il silenzio è stato Giuseppe Cascini che, dopo avere ricordato l’operato di Salvi in un momento particolarmente difficile per la magistratura, stigmatizzando anche gli attacchi che sono stati rivolti al pg, “attacchi” che per onore di cronaca sono giunti anche dalle stesse toghe, come nel caso dei magistrati di Articolo 101 che hanno chiesto più volte le sue dimissioni se non avesse chiarito i rapporti con Palamara. Nel suo intervento Cascini ha poi durante criticato la decisione di candidare Riello. “Rammarico per l’incapacità della Commissione di fare una scelta unitaria”, ha detto Cascini, elogiando poi il cv professionale di Salvato, nettamente superiore sotto tutti i profili a quello di Riello. “Salvato è un giurista colto e apprezzato”, e Riello ha “limitate esperienze”.

Nominato Salvato si spera adesso che la Procura generale, se ancora in tempo, faccia chiarezza sui disciplinari aperti nei confronti delle toghe che chattavano con Palamara. Non si ha più notizia, infatti, dei procedimenti, pochi per la verità, che erano stati aperti ed annunciati in una conferenza stampa dallo stesso Salvi all’indomani dello scoppio del Palamaragate. Sarebbe una importante operazione verità per evitare che “passi il messaggio” che l’unico a pagare per il “Sistema” sia stato proprio Luca Palamara.