L’assessore alla Mobilità di Venezia, Renato Boraso, è finito in carcere, insieme ad un imprenditore edile, nel corso di una indagini per corruzione condotta dalla Guardia di Finanza e coordinata dalla procura locale. Nel mirino amministratori, funzionari e imprenditori per un totale di 18 indagati, tra cui il sindaco Luigi Brugnaro. Ai domiciliari funzionari comunali e di partecipate pubbliche, tra cui l’azienda dei trasporti comunale Actv. Mentre per altri sei indagati è stata disposta l’interdizione per 12 mesi dai pubblici uffici.

Stando a quanto ricostruito dalla procura di Venezia, a Boraso, assessore alla Mobilità e ai Trasporti e, nella precedente giunta Brugnaro, anche al Patrimonio, viene contestata, tra le altre cose, la cessione di Palazzo Papadopoli, uno degli edifici storici (del ‘500) di Venezia. Nello specifico per aver fatto scendere, con una nuova valutazione presentata in Giunta, il valore del Palazzo da 14 milioni a poco più di 10, prezzo ritenuto vantaggioso per Ching Chiat Kwong, magnate di Sangapore interessato all’acquisto (poi effettivamente avvenuto) e intenzionato anche a comprare l’area dei Pili di proprietà delle società del sindaco Luigi Brugnaro, acquistò che però non si è concretizzato.

Boraso e la cessione di Palazzo Papadopoli

Boraso nell’operazione relativa alla cessione di Palazzo Papadopoli avrebbe poi ottenuto una consulenza di oltre 70mila euro. Circostanza emersa anche in una inchiesta di Report andata in onda nel dicembre 2023 e negata dallo stesso assessore. Nello specifico per aver fatto ribassare il prezzo avrebbe ottenuto 73.200 euro sotto forma di consulenza alla società Stella Consulting, di proprietà dello stesso Boraso e della moglie. “Una consulenza in realtà mai eseguita”, secondo le indagini della procura di Venezia. Per ostacolare la “provenienza delittuosa” della somma Boraso avrebbe trasferito parte di questa somma ad altre sue società, come ad esempio la “Boraso Agricola”.

Le altre accuse: mazzetta per costruzione parcheggio all’aeroporto

Non solo la cessione di Palazzo Papadopoli ma anche altri episodi sono contestati a Boraso. Tra questi l’operazione Park 4.0, ovvero la realizzazione di un parcheggio in un’area nei pressi dell’aeroporto Marco Polo di Venezia. Sempre secondo l’accusa l’assessore avrebbe intascato, nel gennaio del 2015, 80 mila euro dall’imprenditore Nievo Benetazzo per aver presentato una modifica del piano regolatore e aver realizzato altri passaggi che avrebbero permesso la realizzazione del parcheggio in un’area dove non sarebbe stato possibile costruirlo.

Chi è Renato Boraso

Boraso ha 56 anni e vive nel quartiere veneziano di Favaro Veneto. Esponente politico di area centrodestra con trascorsi in Forza Italia, da ben 25 anni è un volto ‘noto’ del consiglio comune di Venezia dove venne eletto la prima volta nel 1997. Dal 2005 al 2012 è stato presidente del Consiglio comunale (di opposizione) durante l’ultimo mandato di Massimo Cacciari. Poi alle comunali del 2015 si è presentato con una propria lista civica appoggiando il candidato di centrodestra Luigi Brugnaro. Quest’ultimo eletto sindaco ha poi affidato a Boraso l’assessorato a Mobilità, Infrastrutture stradali, Viabilità, Piano del traffico, Rapporti con le Municipalità e Rapporti con il mondo dell’agricoltura. Nelle elezioni del 2020 stesso copione, questa volta Boraso si candida direttamente nella lista civica di Brugnaro dove viene eletto e confermato assessore. E’ laureato in Economia aziendale.

 

Redazione

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