Un tema ricorrente nel dibattito italiano sulle elezioni negli Stati Uniti segue la sottile, quanto paradossale, linea interpretativa secondo cui all’attuale governo e alla stessa presidente del Consiglio Giorgia Meloni converrebbe una vittoria di Kamala Harris. Secondo quanto molti affermano, Meloni ha lavorato bene con Biden, si è dimostrata alleata solida e in talune circostanze è apparsa più atlantista della stessa Casa Bianca. Motivo per cui una continuità con Kamala Harris nello Studio Ovale garantirebbe di seguitare in questa “speciale relazione”.

Di più negli ambienti trumpiani – si dice da queste parti -, non è piaciuto l’atteggiamento eccessivamente pro Kiev che l’Italia ha assunto e che la stessa Meloni ha sostenuto sin da quando era all’opposizione. Non si considera però il rapporto sempre solido tra Fratelli d’Italia, Conservatori europei e Gop che non è mai venuto meno. Questa interpretazione ampliata all’Europa ritiene, sul rischio di un eventuale isolazionismo americano, che mentre Harris garantirebbe l’impegno americano, Trump no, e de relato senza l’ombrello Usa saremmo tutti qui, nel vecchio continente, facili prede della fame imperialista dei russi. Una teoria azzardata che sconta elementi critici che dovrebbero interrogarci come italiani e come europei.

Del resto la relazione diplomatica e il rapporto storico che ci lega agli Stati Uniti non è in discussione a prescindere da chi occupa lo “Studio Ovale” e da chi guida l’esecutivo in Italia, come la stessa Meloni ha più volte precisato, ed è in questa chiave che deve essere letto il rapporto con l’amministrazione Biden, che non è Harris. Al contrario, un’eventuale amministrazione repubblicana garantirebbe a Giorgia Meloni un ruolo ulteriore, non solo quello di alleato in quanto presidente del Consiglio, ma anche quella di unico premier conservatore attualmente in sella tra i principali alleati. Leader di un partito conservatore italiano e europeo affine ai repubblicani.

Permettendo così di imbastire un rapporto rafforzato dalla comunanza ideale tra repubblicani e governo italiano, un dettaglio da non sottovalutare. Oltre alle opportunità in Europa e nei teatri di interesse geopolitico per l’Italia in cui il governo potrebbe ottenere un appoggio rafforzato da Washington.
Con Donald Trump alla Casa Bianca – qualora dovesse vincere- Giorgia Meloni diventa inevitabilmente l’interlocutore privilegiato in Europa.

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Nato nel 1994, esattamente il 7 ottobre giorno della Battaglia di Lepanto, Calabrese. Allievo non frequentante - per ragioni anagrafiche - di Ansaldo e Longanesi, amo la politica e mi piace raccontarla. Conservatore per vocazione. Direttore di Nazione Futura dal settembre 2022. Fumatore per virtù - non per vizio - di sigari, ho solo un mito John Wayne.