Il direttore del Fatto Quotidiano – stiamo parlando di Marco Travaglio – in questi giorni sta spezzando lance su lance per difendere la legge Travaglio-Bonafede, cioè il processo infinito. La redazione del giornale è zeppa di pezzi di lance spezzate. Ieri Travaglio ha dedicato due pagine intere, e quasi tutta la prima, per spiegare che in Europa la prescrizione non esiste, affastellando balle e confusione, mischiando leggi vere e leggi che non ci sono più, evitando di leggerle e fornendo una informazione più che falsa. La prescrizione in Europa esiste, quello che non esiste sono i giornali che raccontano tante frottole senza perdere fra i loro lettori nessuna credibilità. Lo racconta bene sul Riformista, con grande scrupolo, il nostro Altoprati. Attingendo non a fonti di avvocati, ma a quelle del Csm. Vedi un po’…

Ora il punto è questo. Conte deve riuscire a fare tre cose. Prima, spiegare ai Cinque Stelle che lui non può continuare a fare il maggiordomo di Travaglio. Ha un proprio pensiero, delle idee, e quanto a subalternità a leader politici esterni ha già dato abbastanza con Salvini. Non intende ripetere con Travaglio, che oltretutto assomiglia moltissimo a Salvini.

Secondo, una volta compiuto questo primo passo, che è il più difficile, Conte deve spiegare a Bonafede che è meglio che lui non si occupi di questioni così complesse, e deve assumere il problema direttamente nelle proprie mani.

Terzo, deve accettare il disegno di legge Costa o almeno il disegno di legge del Pd, che ripristinano la prescrizione e creano una situazione di normalità nella macchina della nostra giustizia. Oltretutto ora ha ottimi argomenti per spiegare ai suoi la svolta: all’apertura dell’anno giudiziario i magistrati più prestigiosi, a partire dai capi della Corte di Cassazione, hanno spiegato che la riforma della prescrizione è sbagliata e che il “panpenalismo” (termine tecnico per indicare quella ideologia che indica nella pena la soluzione di tutti i problemi della società) è una iattura e non ha niente a che fare con la Giustizia e la modernità. Conte dovrà solo dire ai suoi che non se la sente di andare contro la magistratura. Potrebbe essere la frase magica.

Riuscirà il premier a fare qualcosa del genere? Se ci riuscisse forse farebbe un vero e proprio salto qualitativo. Da avvocato diventerebbe leader politico. Da burattino di legno diventerebbe bambino in carne e ossa: pieno di sentimenti e di intelligenza. Vale la pena, vale la pena.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.