Se tutto il mondo avesse annunciato obiettivi analoghi, forse si riuscirebbe a stare sotto la soglia degli 1,5 °C indicata come ragionevolmente sicura dall’IPCC. Intendiamoci: anche un aumento di 1,5 °C modifica il clima in una direzione non desiderabile. Ma gli effetti sarebbero in qualche modo sopportabili: già oggi, infatti, la temperatura è più alta di 1,1 °C rispetto all’epoca preindustriale. Superata quella soglia non solo gli effetti si inaspriscono, ma potrebbero essere imprevedibili. Non sappiamo con certezza cosa succederà.

Il combinato disposto dei fatti già accaduti e delle previsioni estremamente attendibili per il futuro ci dicono che i tempi dell’ecodiplomazia non sono compatibili con un clima desiderabile. Lo urlano all’unanimità le donne e gli uomini che si occupano di scienza del clima. Lo urlano Greta e Francesco: date retta agli scienziati. Ma quasi tutti i governi del mondo non ascoltano. O, se ascoltano, non agiscono di conseguenza. Non lo hanno fatto, almeno, a Madrid, continuando nel sereno tran tran dei tempi dettati dalla diplomazia. Lo faranno il prossimo anno a Glasgow per Cop 26?

Anche se la risposta fosse affermativa, avremmo perso un anno sui dieci a disposizione. Sì, ha ragione António Manuel de Oliveira Guterres: Madrid è stata «una grande occasione mancata».