Il giornalista Corrado Augias ha compiuto 90 anni il 26 gennaio e, in una interessante intervista rilasciata al Corriere della Sera, boccia la segretaria dem Elly Schlein, spera nella nascita di un centro federatore e spiega con molta semplicità perché in Italia la sinistra fatica a vincere da tempo.

Perché vince la destra

Secondo Augias “le persone normali vogliono vivere tranquille, avere uno stipendio decoroso, fare sport il sabato, portare i bimbi allo zoo; e la destra incarna meglio la medietà di questo tipo di vita” rispetto ad una sinistra sempre più ideologica e lontana dalla realtà. Concetto che spiega successivamente: “Poi c’è un’altra ragione: la sinistra aveva propugnato ideali immensamente alti ma troppo complicati da raggiungere, che sono stati travolti da una società che si è trasformata prima che potessero essere realizzati. Diciamoci la verità: rispetto a mezzo secolo fa, quanto sono attrattive oggi idee nobili come la fraternità universale e la giustizia sociale, rispetto a cose pratiche tipo quelle che ciascuno di noi può realizzare con lo smartphone in mano?”.

Meloni e i tre scogli per vincere ancora

Augias elogia la “determinazione ferrea” di Meloni, una premier che “ha sagacia politica, cosa che le permette di tenere a bada due vicepremier politicamente famelici come Tajani e Salvini”. Meloni che, in vista delle politiche del 2027, ha “tre nemici: l’Europa, il deep state, il debito pubblico. Se supera questi tre scogli, può arrivare alla fine della legislatura e vincere le prossime elezioni”.

L’alternativa a Meloni per Augias può arrivare dal centro e non da sinistra: “Seguo semmai con interesse il tentativo cattolico di mettere in piedi un centro federatore, capace di aggregare un’alternativa a questo centrodestra e soprattutto di trovare, di fronte a una personalità come quella di Giorgia Meloni, un’altra personalità così forte per provare a batterla alle elezioni. Meloni è riuscita a trasformare in forza alcune sue debolezze: certe citazioni pseudo-colte che ogni tanto tira fuori, l’eloquio romanesco che ogni tanto le scappa, ecco, tutto questo ne ha fatto una donna del popolo. C’era Giuseppe Conte, con la formula dell’avvocato del popolo; e per un periodo decisamente più lungo; al di là della Manica, Tony Blair, che si impose come uomo del popolo di fronte alla rigidità della regina Elisabetta. A sinistra, almeno per ora, non vedo nessuno che venga percepito come “di popolo””.

Il premierato che già c’è

Sulle riforme costituzionali annunciate dal governo e su come cambia la democrazia anche con l’avvento di Musk e il ritorno di Trump, Augias rilancia un esempio concreto: “Avete presente il premierato a cui Giorgia Meloni teneva tantissimo? Ecco, adesso sembra che non ci badi più tanto. Un po’ per ragioni tattiche, certo; ma soprattutto perché, secondo me, quando prendi l’aereo senza dirlo a nessuno per andare a Mar-a-Lago da Trump a sbrogliare la matassa internazionale che riguardava anche la liberazione di Cecilia Sala, ecco, capisci che il premierato c’è già, e non hai certo bisogno di una legge costituzionale per metterlo in pratica”.

Redazione

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