Il mondo nuovo
Meloni, la figlia del secolo: Cecilia Sala torna in Italia dopo blitz da Trump, ennesimo successo internazionale
E’ un giorno di festa e di gioia per tutti. Per noi giornalisti e per tutti gli italiani: Cecilia Sala è libera ed è tornata a casa sana e salva. Questo successo lo si deve all’azione congiunta di governo, intelligence e diplomazia. E, in prima persona, a Giorgia Meloni, sulla quale ci sia consentito, rallegrandoci, di aprire un ragionamento. Al di là degli elogi sul caso Sala (dovuti? No: meritati) la premier sta mostrando doti da statista, da leader globale. Meloni vola da un punto all’altro del mondo, con blitz a sorpresa e summit fulminei, negoziando con i padroni di casa nelle tre lingue che padroneggia e perfino – come con Donald Trump a Mar-a-Lago – chiedendo agli interpreti di lasciarla sola, faccia a faccia con i Capi di Stato e di governo che incontra e convince. È, a tutto tondo, figlia del nuovo secolo, perché mentre i suoi avversari sbandierano vessilli ideologici, lei la sua battaglia la fa sui satelliti, la rete veloce, l’energia nucleare pulita. Dialogando spesso e volentieri, out of the box, con il più visionario dei visionari, Elon Musk.
Ecco perché, secondo noi, Giorgia Meloni è l’interprete del tutto legittima del secolo XXI. Di questi anni Venti che – se sono ancora terra incognita anche per gli analisti più abili – sono certamente l’esatto opposto di quelli del secolo scorso. Il colore, il folclore, il rumore non traggano in inganno. Perché oggi chi siede a Palazzo Chigi – al netto delle posizioni che in politica interna ci convincono poco, e di quella sua tendenza a mantenere inalterati gli equilibri di un paese che ancora non prende slancio – vince con un metodo e uno stile suo. A Giorgia Meloni, fatti tutti i rilievi del caso, non si possono rimproverare pose autoritarie.
Non si vedono in lei posture che ne facciano una leader diversa da quella statista moderata, democratica e liberale a cui non solo gli italiani ma molti europei affiderebbero la delega a rappresentarli. E gli stessi successi, al momento, non le prendono la mano: la hybris, al netto dell’enfasi che mette nelle piazze, non rientra tra le sue pecche. Mentre di tracotanza hanno invece peccato molti dei suoi predecessori a capo del governo. Quello di cui si occupa Scurati, più di tutti. Ed è per questo che prendiamo a prestito il titolo dello scrittore, anche per scherzarci su. Il XXI secolo trova in lei un’incarnazione nuova del potere.
Saprà mantenerlo a lungo? Nessuno può dirlo. Perché il secolo nuovo questo ce lo ha già fatto capire: niente – e nessuna categoria della storia – sarà più com’era.
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