221 voti a favore, 115 contrari. L’Aula della Camera ha approvato il Documento di Economia e Finanza (Def) del 2023. Poco prima l’Assemblea di Montecitorio aveva votato e approvato la risoluzione di maggioranza sulla Relazione sullo scostamento di bilancio. Il via libera è arrivato non senza bagarre e momenti di tensione in Aula. La risoluzione sullo scostamento non era passata ieri a causa delle troppe assenze tra i banchi della maggioranza, un caso che aveva causato enorme imbarazzo nel governo.

DEF è un acronimo che sta per Documento di Economia e Finanza. È stato istituito con la legge numero 39 del 7 aprile 2011 dal governo Berlusconi. Esisteva in realtà dal 1988, quando si chiamava Documento di Programmazione Economico-Finanziaria (DPEF), prima di cambiare in Decisione di Finanza Pubblica nel 2009. La riforma prevedeva di allineare la programmazione degli obiettivi economici e finanziari alla normativa europea. Si occupa della programmazione almeno triennale, definisce gli obiettivi della finanza pubblica, le previsioni e gli interventi necessari per raggiungere gli obbiettivi. Proprio per questa sua natura viene spesso corretto, ritoccato e modificato.

Il DEF, che rappresenta il principale strumento di programmazione economica e di finanza pubblica dello Stato, viene deciso dal governo e viene presentato in Parlamento per l’approvazione entro la prima metà dell’anno. È composto da tre parti: una curata dal dipartimento del Tesoro, una dalla Ragioneria dello Stato, un’altra dal Tesoro con il dipartimento delle Politiche Comunitarie. Il Documento deve ottenere anche il via libera dal Parlamento Europeo.

Sul sito del Dipartimento del Tesoro si trova la spiegazione dei punti affrontati nel DEF:

Sezione I – Programma di Stabilità dell’Italia indica:

  • gli obiettivi di politica economica e il quadro delle previsioni economiche e di finanza pubblica almeno per il triennio successivo e gli obiettivi articolati per i sotto settori del conto delle amministrazioni pubbliche;
  • l’aggiornamento delle previsioni per l’anno in corso, evidenziando gli eventuali scostamenti rispetto al precedente Programma di stabilità;
  • l’evoluzione economico-finanziaria internazionale, per l’anno in corso e per il periodo di riferimento; per l’Italia, le previsioni macroeconomiche, per ciascun anno del periodo di riferimento, con-evidenziazione dei contributi alla crescita dei diversi fattori, dell’evoluzione dei prezzi, del mercato del lavoro e dell’andamento dei conti con l’estero;
  • le previsioni per i principali aggregati del conto economico delle amministrazioni pubbliche;
  • gli obiettivi programmatici, indicati per ciascun anno del periodo di riferimento, in rapporto al prodotto interno lordo, tenuto conto della manovra, per l’indebitamento netto, per il saldo di cassa, al netto e al lordo degli interessi e per il debito delle amministrazioni pubbliche.

Sezione II- Analisi e tendenze della finanza pubblica indica:

  • l’analisi del conto economico e del conto di cassa delle amministrazioni pubbliche nell’anno precedente e degli eventuali scostamenti rispetto agli obiettivi programmatici indicati nel DEF;
  • le previsioni tendenziali, almeno per il triennio successivo, del saldo di cassa del settore statale e le indicazioni sulle correlate modalità di copertura;
  • le informazioni di dettaglio sui risultati e sulle previsioni dei conti dei principali settori di spesa, almeno per il triennio successivo.

Sezione III – Programma Nazionale di Riforma indica:

  • lo stato di avanzamento delle riforme avviate;
  • gli squilibri macroeconomici nazionali e i fattori di natura macroeconomica che incidono sulla competitività;
  • le priorità del Paese e le principali riforme da attuare, i tempi previsti per la loro attuazione e la compatibilità con gli obiettivi programmatici indicati nella prima sezione del DEF.
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Giornalista. Ha studiato Scienze della Comunicazione. Specializzazione in editoria. Scrive principalmente di cronaca, spettacoli e sport occasionalmente. Appassionato di televisione e teatro.