In russo significa “nuovo arrivato”. Il Novichok è una neurotossina associata a un gruppo di agenti nervini avanzati sviluppati dall’Unione Sovietica tra gli anni Settanta e Ottanta.

Appartiene alla categoria degli organofosfati inibitori dell’acetilcolinesterasi, agendo per inibire l’enzima acetilcolinesterasi e provocando un sovraccarico di segnali neurali. Questo porta a contrazioni muscolari involontarie, arresto respiratorio e cardiaco, e infine alla morte. L’effetto maggiore del Novichok si manifesta nelle persone esposte alla dose massima o per un periodo prolungato, ma misure di contenimento immediate possono limitare l’impatto sulla popolazione generale.

È inodore e può agire estremamente rapidamente, con sintomi che si manifestano tra i 30 secondi e i due minuti dopo l’esposizione. Può essere assorbito attraverso la pelle o inalato, causando sintomi simili ad altri agenti nervini, come difficoltà respiratoria, contrazione delle pupille, salivazione e sudorazione eccessive, nausea, vomito, convulsioni e, infine, coma e morte.

Le origini

È stato etichettato come un’arma chimica di quarta generazione. sviluppato nell’ambito del programma sovietico chiamato Foliant e rispetto agli agenti nervini precedenti, come il VX, il Novichok A-230 è notevolmente più tossico, superandoli da cinque a otto volte.

L’agente nervino può presentarsi in forma liquida o solida, incluso sotto forma di polvere finissima. Alcuni sono anche descritti come “armi binarie”, composte da due ingredienti chimici meno tossici che reagiscono per produrre l’agente tossico attivo una volta mescolati.

Gli antidoti

Esistono due antidoti per gli agenti nervini, tra cui ossima e atropina, ma il loro utilizzo è riservato a dispositivi militari e richiede una tempestiva somministrazione per essere efficace.

Redazione

Autore