Uno strumento pensato per aiutare e proteggere le donne, ma che mira a ‘rieducare’ gli uomini già dopo il primo schiaffo, prima che si arrivi ad altri comportamenti più gravi. Il Protocollo Zeus– nome che rievoca il primo caso di maltrattamento nella mitologia greca- è partito a Milano nel 2018 ed è ora operativo in 30 città italiane.

Ideato da Alessandra Simone, oggi dirigente di Polizia e un incarico precedente come dirigente dell’anticrimine di Milano, rappresenta un modello d’azione non solo efficace, ma anche innovativo: l’attenzione infatti viene riservata per la prima volta all’uomo. Nella convinzione- supportata dai dati ottenuti- che si possa interrompere sul nascere la spirale della violenza.

Cos’è il Protocollo Zeus

Il Protocollo Zeus viene attivato nei confronti di un soggetto maltrattante o di uno stalker nel momento in cui si rende protagonista di un comportamento che potrebbe sfociare in violenza, ma non è ancora un reato. In questo caso il questore emette un ‘ammonimento’, ossia una sorta di ‘cartellino giallo’ per intimare all’uomo di interrompere qualsiasi forma di aggressione, anche verbale. Invitandolo, allo stesso tempo, a seguire un percorso di recupero trattamentale a cura di un team di professionisti presso un Cipm, ossia un centro specializzato nel contrasto alla violenza e per i conflitti interpersonali.

L’obiettivo è favorire un cambiamento profondo ed evitare recidive, responsabilizzando l’uomo e spingendolo a riflettere e a prendere consapevolezza sulla gravità dei suoi gesti e dei comportamenti persecutori. Viene aiutato a ‘gestire le emozioni’. Spesso infatti certi atteggiamenti violenti non si manifestano all’improvviso, ma sono preceduti da ‘malfunzionamenti relazionali’. Riuscire a intervenire prima che avvenga l’escalation di episodi di violenza evita scenari ancora più pericolosi.

La situazione tipo in cui viene usato questo Protocollo è illustrata dalla stessa ideatrice Alessandra Simone in un’intervista rilasciata a Repubblica. Se una volante viene chiamata per una lite in casa in cui è volato uno schiaffo, ma non ci sono denunce precedenti né uno scenario di maltrattamenti in famiglia, l’uomo può essere denunciato solo se la donna decide di sporgere querela. Però l’agente intervenuto può spiegare la situazione nella sua relazione, consentendo al questore di far partire subito l’ammonimento. In questo modo si interviene quando la situazione non è ancora degenerata ed è “recuperabile”.

Il successo del Protocollo

Dal 2018 a Milano e provincia abbiamo ammonito e invitato a seguire il percorso oltre 300 uomini violenti, il 90 per cento di loro non ha più manifestato forme di violenza e ha capito il disvalore delle sue azioni e le mogli, ex mogli, compagne hanno riacquistato serenità, e lo sappiamo perché facciamo incontri e controlli periodici” ha spiegato Simone. “Una recidiva bassissima si può ottenere, però, soltanto se interagiscono almeno due fattori: l’agire in tempo, quando la violenza non si è ancora manifestata pienamente, e fare rete“.

Secondo la questora le donne si sentono capite e vengono davvero aiutate, considerando che molte di loro si vergognano a denunciare. E riescono così a salvare anche i loro partner. Perché, sottolinea Alessandra Simone “Una cosa in tutti questi anni ho capito, ed è fondamentale: le donne vittime di violenza non vogliono compassione ma comprensione, altrimenti alzano un muro e non è più possibile aiutarle.”

Il successo del Protocollo Zeus è stato ribadito oggi 25 novembre, giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, anche da Giovanni Cuciti, dirigente della divisione anticrimine della Questura di Milano: la percentuale di recidive di chi commette violenze domestiche e stalking è passata dal 10% del 2018 al 7% del 2021. Un calo importante, dovuto soprattutto all’attività di recupero delle persone che hanno commesso abusi. “L’ammonimento permette di far emergere il sommerso soprattutto per quanto riguarda le violenze domestiche”, perché le segnalazioni possono essere fatte anche da persone non appartenenti all’ambito familiare.

Mariangela Celiberti

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