Una soluzione diplomatica alla crisi ucraina sembra essere col passare delle ore sempre più vicina. Nuovi segnali arrivano infatti dal confine del Paese ‘attenzionato’ dal Cremlino, dove alcune delle forze armate di Vladimir Putin stanno rientrando alla base.

Un ritiro mostrato anche dai video pubblicato dal ministero della Difesa russo dei mezzi che tornano alle basi di provenienza una volta finite le esercitazioni. Nei filmati si vedono in particolare la marcia fuoristrada dei carri armati, e anche blindati, veicoli di fanteria e sistemi di artiglieria caricati su un treno.

Questione che però si tinge di ‘giallo’, perché secondo il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg al momento “non ci sono segnali sul terreno che la Russia stia riducendo le truppe ai confini dell’Ucraina“, col numero uno dell’Alleanza atlantica che ha sottolineato come invece “ci sono segnali da Mosca che la diplomazia deve continuare e questo è materia per un cauto ottimismo“.

Un ritiro che “era pianificato” e “non dipende dall’isteria occidentale”, ha spiegato il ministro degli Esteri Serghei Lavrov, ma che sembrano anche il risultato di una indubbia vittoria diplomatica da parte di Mosca dopo le parole pronunciate ieri dal cancelliere tedesco Olaf Scholz dopo il vertice col presidente ucraino Volodimir Zelenskij.

Lunedì a Kiev il leader di Berlino aveva infatti chiarito, nonostante la volontà ucraina di un ingresso prossimo del Paese nella Nato come garanzia di sicurezza per i cittadini, che l’adesione ucraina nell’Alleanza atlantica “non è in agenda” e che è “strano osservare che il governo russo stia mettendo al centro di grandi problematiche politiche qualcosa che in pratica non è all’ordine del giorno. In un certo senso, è questa la sfida che stiamo effettivamente affrontando: che qualcosa che non è affatto il problema ora sia diventato un problema”.

Parole che hanno ‘rassicurato’ Vladimir Putin, che da tempo si sente accerchiato dall’allargamento a est, nei paesi dell’ex Patto di Varsavia, della Nato. A confermare il tutto anche le parole del ministro Lavrov, che ha annunciato come Mosca ha intenzione di “continuare il dialogo con gli Usa e la Nato” e ha parlato di “sospiro di sollievo” a proposito della possibilità che l’Ucraina abbandoni i piani di adesione alla Nato

Un successo diplomatico che ha spinto i vertici del Cremlino ad alzare anche i toni, come evidente dalle parole pronunciate oggi da Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri. “La data del 15 febbraio del 2022 entrerà nella Storia come il giorno del fallimento della propaganda di guerra da parte dell’Occidente. Svergognati e annientati senza sparare un colpo“, ha scritto su Telegram la portavoce facendo riferimento al presunto attacco contro l’Ucraina previsto dall’intelligence americana per la giornata di domani, 16 febbraio.

Fornisce una interpretazione diversa dei fatti invece il capo della diplomazia ucraina, Dmytro Kuleba, nel commentare la ritirata parziale delle truppe russe. Secondo Kuleba l’Ucraina e i Paesi occidentali hanno impedito l'”escalation” russa portando alla fine dell’esercitazione delle truppe fedeli a Putin nei distretti militari occidentale e meridionale, entrambi limitrofi all’Ucraina.

Una giornata, quella odierna, che sarà ancora dedicata alla diplomazia. Mentre il ministro degli Esteri italiano Luigi Di Maio sarà a Kiev, un secondo cruciale vertice vedrò protagonista il cancelliere tedesco Scholz. Dopo l’incontro di lunedì col presidente Volodimir Zelenskij tocca oggi all’omologo russo Vladimir Putin.

Dedicheremo una parte significativa del nostro tempo alla discussione della situazione in Europa, che è legata alla sicurezza e a quei temi che sono particolarmente rilevanti in materia, in particolare per quanto riguarda gli eventi intorno all’Ucraina“, ha dichiarato Putin aprendo il vertice. Putin ha ricordato il precedente incontro con il presidente francese Emmanuel Macron e ha detto, rivolto a Scholz: “So che ti ha informato sul nocciolo delle questioni che sono state sollevate durante la nostra discussione. Ovviamente, sarebbe molto interessante per me, da questo punto di vista, ascoltare le tue valutazioni su quanto sta accadendo“.

Incontro tra Scholz e Putin che è avvenuto con le stesse modalità di quello con Macron: il cancelliere tedesco ha infatti rifiutato di sottoporsi a un tampone molecolare russo prima del suo incontro con il capo del Cremlino e per questo è stato utilizzato un tavolo lungo 4 metri per dividere i due leader.

(in aggiornamento)

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia