Non si era ancora spenta l’eco per l’impresa compiuta agli ultimi campionati del mondo di basket che Luca Banchi ha concesso un secondo, fragoroso, bis. Subentrato in corsa a Sergio Scariolo sulla panchina della Virtus Bologna, ha condotto le “V Nere” alla vittoria della Supercoppa battendo prima Milano, poi Brescia. A 58 anni compiuti il tecnico toscano, nato a Grosseto e cresciuto sportivamente a Montecatini, sta vivendo il momento forse più splendente della sua lunga carriera: dopo aver vinto a Siena e a Milano è stato protagonista di un lungo girovagare fuori dai nostri confini.

E proprio lontano dall’Italia ha raggiunto probabilmente la soddisfazione meno attesa: gli appassionati hanno ancora negli occhi il percorso della Lettonia guidata da Banchi ai recenti mondiali asiatici, quinto posto conquistato e prestazioni superbe, sconfitti solo dalla Germania che poi si sarebbe laureata campione del mondo. Non è stata una vittoria, non ha portato a una medaglia, ma al rispetto di un popolo intero e alla considerazione massima da parte del movimento internazionale della pallacanestro. Se il tiro a fil di sirena di David Bertans fosse andato dentro, la giovane repubblica baltica sarebbe approdata alle semifinali e chissà cosa sarebbe potuto accadere. A Riga però non ci pensa nessuno e Banchi è considerato giustamente una sorta di Re Mida capace di andare ben oltre l’obiettivo richiesto dalla federazione lettone, la qualificazione alle fasi finali della rassegna iridata.

A sottolineare la portata dell’impresa, il riconoscimento di miglior coach del Mondiale; non male per un tecnico troppo a lungo considerato un outsider. Il ritorno nella sua seconda patria è stato da trionfatore vero, con migliaia di persone in strada ad acclamarlo, insieme ai suoi giocatori, e a festeggiare quella che per tutti è stata un’autentica vittoria. Una nazione di due milioni di abitanti capace di fronteggiare le superpotenze mondiali, guidata da un italiano che ha instillato orgoglio e senso di appartenenza in un gruppo di cestisti capaci di sfidare l’impossibile.
Nemmeno il tempo di godersi i successi asiatici dei mondiali ed ecco, a sorpresa, la chiamata da Bologna. Anche in questo caso il compito assegnato non certo dei più facili: sostituire in corsa Sergio Scariolo, autentico totem del basket italiano, protagonista di un burrascoso divorzio con la Virtus, accusato di aver intavolato trattative non del tutto trasparenti con Toronto e Real Madrid. “Ci considerava una scelta di secondo piano”, ha tuonato il patron bianconero Massimo Zanetti che, praticamente a stagione avviata, ha virato verso Banchi considerato finalmente l’opzione numero uno. Ed è stato subito amore, ripagato dalla vittoria. “È bello, sì, quando lavori in club così prestigiosi. Ogni mattina varchi quella porta e ti dà delle sensazioni uniche” sono state le parole al miele di Banchi che sono state tradotte immediatamente anche in lettone. Da quelle parti ormai è considerato uno di casa e ovviamente tutti adesso tifano bianconero. “Si è creato un legame che io direi indissolubile, le emozioni che abbiamo vissuto in Supercoppa hanno amplificato ciò che è stato fatto con la Lettonia. Da Riga sono arrivate le prime congratulazioni, là ormai sanno per chi tifare”, ha rivelato il coach maremmano a conclusione della vittoriosa finale contro Brescia. Adesso i riflettori saranno puntati sul prossimo campionato di serie A1, inizio fissato per il prossimo fine settimana, Virtus impegnata sul campo di Scafati. A Bologna si sogna il tricolore dopo la finale persa lo scorso anno contro Milano, rivali di sempre, alla settima partita. Non c’è più Teodosic, sono arrivati Mascolo e soprattutto Polonara. Senza dimenticarsi di Luca Banchi che a 58 anni è stato riconosciuto il migliore del mondo e che adesso vorrà tornare sul tetto d’Italia.