Un audio privato, dove l’ex ministro Gennaro Sangiuliano rivelava alla moglie Federica Corsini di averla tradita. Un audio andato però in onda domenica sera in un servizio della trasmissione Report, condotta da Sigfrido Ranucci, nonostante – stando alla denuncia dei legali – le diffide arrivate prima della pubblicazione. Una vicenda che sta facendo molto discutere in questi giorni e cha ha portato addirittura Aldo Grasso a scrivere, ancora una volta, sul Corriere della Sera di “servizi spazzatura spacciati per giornalismo”, chiedendosi “ma è giornalismo del servizio pubblico mandare in onda una conversazione tra una moglie furibonda perché tradita e un marito che pavidamente accampa scuse?”.

Esposti di Sangiuliano e Corsini contro Report

Oggi la vicenda si arricchisce di nuovi capitoli con due distinti esposti depositati alla Procura di Torre Annunziata dagli avvocati della giornalista Federica Corsini e dell’ex ministro della Cultura Sangiuliano, dimessosi la scorsa estate dopo il polverone sollevato dal caso Boccia. Nell’esposti i legali chiedono di accertare chi abbia consegnato a Report ‘registrazioni illecitamente carpite e ancor più illecitamente consegnate e se ciò non configuri quantomeno, l’ipotesi di cui all’articolo 615 bis del codice penale, quello relativo a interferenze illecite nella vita privata’.

Audio abusivo, “Boccia ha registrato ma non era presente”

Per i legali, nella diffida inviata a Report prima della messa in onda dell’audio, si tratta di “materiale riservatissimo, costituito da registrazioni di conversazioni abusivamente captate dalla signora Boccia” e “finanche una conversazione tra il dr. Sangiuliano e la moglie, illecitamente registrata dalla signora Boccia a distanza” esalta ulteriormente “il disegno illecito della Boccia”. Silverio Sica, avvocato di Sangiuliano, spiega all’Adnkronos che la diffida è stata anche inviata alla Procura di Roma, “già competente per il procedimento penale in corso, nonché al Garante per la protezione dei dati personali per quanto di competenza”.

L’audio in questione, secondo il legale, sarebbe stato registrato dalla stessa Boccia “abusivamente” perché “non presente al colloquio tra marito e moglie; si tratta, pertanto, di una captazione del tutto illecita ed è illecita anche la sua diffusione”. Audio che già dopo poche ore non era più presente nel servizio in questione pubblicato sul sito di Report. Il motivo? Sarebbe “un’autotutela” da parte della trasmissione dovuta al fatto che dopo la messa in onda sono state presentate diffide sull’audio stesso.

Ranucci: “Nessuno ha rubato, audio non ha nulla di privato”

Sulla vicenda è intervenuto anche lo stesso Ranucci che, a Un Giorno da Perora su Rai Radio1, ha provato a minimizzare, negando di aver rubato l’audio in questione. “Rubato è un aggettivo sbagliato, nessuno ha rubato nulla, nella fattispecie è stato Sangiuliano che ha chiamato la signora Boccia” la versione di Ranucci che dice di rispettare le critiche arrivate alla sua trasmissione “ma non le condivido, devo dire che non so se è stato visto il servizio nella sua completezza, era un servizio per la prima volta raccontava, attraverso una cronistoria, un fatto che ha destato interesse internazionale”.

Secondo Ranucci l’audio della telefonata tra Sangiuliano e la moglie, in cui si parla di tradimento, “non ha nulla di privato, ne ho parlato anche con Sangiuliano, a cui mi lega un rapporto di amicizia, e anche lui non mi ha mai posto il problema”. Per Ranucci “si poteva discutere sulla sensibilità di mandare in onda la voce della signora Corsini” ma “sul valore del contenuto nessuno credo possa avere dei dubbi”.

Ordine giornalisti contro Report: “Limiti non vanno oltrepassati”

Audio che però non è piaciuto al Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti che, riunito oggi a Roma, ha partorito questa nota: “Il rispetto delle persone e l’accortezza del linguaggio sono i cardini del giornalismo. La recente vicenda di Report con la messa in onda di una conversazione privata tra l’ex ministro Gennaro Sangiuliano e la moglie, la giornalista del Tg2 Federica Corsini, alla quale va la solidarietà del Cnog, mostra come ci sia ancora molto da fare per una professione che punti alla qualità. Ci sono limiti che non vanno oltrepassati, e questo vale per la categoria intera. Sarà eventualmente, compito del Consiglio di disciplina valutare violazioni al codice deontologico che tutti i giornalisti devono rispettare”.

 

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