Non solo Conte per Mario Draghi. Il premier deve fare i conti con un doppio fronte nella maggioranza, sempre più lacerata e in crisi, che domani attende il voto del Senato sul decreto Aiuti, quando i pentastellati dovrebbero uscire dall’Aula di Palazzo Madama sancendo così una crisi evidente tra le fila del governo.

Ma, come detto, a metterci un ulteriore carico di polemiche è anche l’altra componente populista della maggioranza, quella leghista di Salvini. Il già alleato dei 5 Stelle e di Conte, che soltanto tre giorni fa aveva chiarito la posizione del Carroccio sottolineando come il governo “va avanti se fa le cose, anche senza 5 Stelle”, oggi cambia radicalmente idea.

In conferenza stampa alla Camera per la presentazione del dipartimento Eventi Emergenziali e Protezione Civile del partito, Salvini ha annunciato che “non siamo disposti a rimanere in una maggioranza di governo senza il Movimento 5 Stelle. Meglio far parlare gli italiani che andare avanti sulle montagne”.

Sicuramente non sarà la Lega a cercare gruppi, gruppetti, pseudo-responsabili, maggioranze, robe notturne. Se il primo gruppo del Parlamento dice basta, basta sia“, sottolinea Salvini nell’intervento che sembra porre la parola fine ad un possibile Draghi bis senza i pentastellati.

I segnali di fibrillazioni erano arrivati, numero, anche nelle scorse settimane. Ieri l’ultimo assaggio delle tensioni dalla sponda leghista, con Salvini che aveva attaccato Draghi sugli impegni economici del governo sul tema della lotta alla povertà e sull’impegno nel contrastare gli effetti di inflazioni e caro bollette. “Ho letto che il presidente del Consiglio è contrario a uno a scostamento di bilancio. Io la penso all’esatto contrario. O si mettono 50 miliardi veri nelle tasche degli italiani o sarà difficile affrontare l’autunno”, le parole di Salvini, che somigliano molto alla ‘lista della spesa’ in nove punti portata da Conte al premier, anche se il leader del Carroccio evidenzia come lui “non manda le letterine di Babbo Natale” come l’ex presidente del Consiglio.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia