Maggioranza nel caos
Strappo di Salvini col governo, Draghi alle prese col Dl Aiuti: se i 5 Stelle non votano la fiducia salirà al Colle
Non c’è solo Giuseppe Conte a preoccupare il presidente del Consiglio Mario Draghi. Nel giorno dell’atteso voto al Senato sul Dl Aiuti, va registrato anche lo strappo forte di Matteo Salvini. Anche la Lega infatti mette i suoi paletti all’azione di governo, lo fa dalla festa del partito tenuta domenica sera ad Adro, nel bresciano, dove il segretario del Carroccio è categorico:” Da domani (ogg, nda) in avanti noi voteremo solo e soltanto quello che serve all’Italia e agli italiani, il resto lo lasciamo votare a Pd e M5S”.
“Se questo coincide con il governo bene – ha aggiunto Salvini – altrimenti è un problema del governo, non è un problema mio. Nessuno ci aveva detto che il programma di governo prevedeva la droga, gli immigrati o ddl Zan. Mettiamo davanti l’autonomia, la flat tax, la pace fiscale poi vediamo come cambia la musica“, le parole di avvertimento dell’ex ministro dell’Interno.
L’orizzonte comunque è segnato, con l’obiettivo già in testa delle prossime elezioni politiche del 2023. “Mancano solo 240 giorni al voto che vedrà il centrodestra e la Lega vincere. Proveranno a fermarci in tutti i modi: con una nuova legge elettorale, tentando di rinviare le elezioni, lavorando per un nuovo governo tecnico. Ma ce la faremo. E fra le prime cose che faremo ci sarà la riforma della giustizia”, il messaggio arrivato da Salvini alla Festa della Lega.
In realtà nella Lega si riflette anche sulla possibilità di diventare l’azionista di maggioranza dell’esecutivo. Se i pentastellati lasciassero realmente la maggioranza, la trazione leghista sarebbe evidente e diventerebbe possibile invertire la direzione di marcia: niente più “droga libera” e “cittadinanza facile agli immigrati”, come ribadiscono da giorni gli esponenti del Carroccio. Uno scenario che però si scontra con quanto ribadito in più occasioni da Mario Draghi: il premier ha già sottolineato che senza il Movimento 5 Stelle non ci sarebbe alcun governo Draghi all’orizzonte.
I timori di Draghi sul Dl Aiuti
Per Draghi siamo ai giorni decisivi per la tenuta del governo. Arriverà giovedì nell’Aula del Senato il Dl Aiuti, il provvedimento che al suo interno contiene anche norme osteggiate dai 5 Stelle, in particolare quella sul termovalorizzatore di Roma, la stretta sul reddito di cittadinanza voluta da Lega e Forza Italia e inserita con l’ok in commissione a due emendamenti, e la responsabilità solidale sul Superbonus edilizio.
Grillini che starebbero valutando, dopo aver votato la fiducia alla Camera la scorsa settimana, pur tra qualche assenza strategia ingiustificata, di uscire dall’Aula mettendo a verbale il loro “non voto”.
A confermare tale ipotesi è anche il ministro pentastellato Stefano Patuanelli: “Vediamo, non lo escludo, bisogna vedere quale sarà il ragionamento politico con Draghi“. La maggioranza non sarebbe a rischio, anche grazie alla scissione degli oltre sessanta fedelissimi del ministro scissionista Luigi Di Maio, ma è ovvio che resterebbe il nodo politico.
Da parte sua il premier sarebbe pronto, in caso di mancato voto favorevole alla fiducia sul decreto legge, a salire al Colle dal presidente Mattarella, per poi dare il via ad una verifica di governo.
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