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Fredy Guarin e la vita distrutta dall’alcol: “Bevevo 70 birre in una notte. All’Inter mi allenavo e ubriacavo, ora sto guarendo”
Fredy Guarin oggi ha 38 anni ma non gioca a calcio già da tre anni ‘grazie’ ai noti problemi avuti con l’alcol. In una recente intervista rilasciata a Caracol Television, in Colombia, l’ex centrocampista dei cafeteros e dell’Inter si commuove ricordando i problemi e le dipendenze vissute fuori dal rettangolo verde. All’apice della sua carriera indossa la maglia nerazzurra dove, oggi, racconta la sua giornata tipo: “All’Inter la mia routine era dormire, allenarmi e ubriacarmi”, un atteggiamento che dopo quattro anni (141 presene e 23 gol) spinse il club meneghino a liberarsi di Fredy, che ripartì dal modesto e ricco (almeno all’epoca) campionato cinese.
Guarin e la dipendenza dall’alcol
Nel corso dell’intervista Guarin spiega la sua dipendenza dall’alcol che lo porta addirittura una sera a bere ben “70 birre in una notte”. “Nella mia mente – spiega – c’era la morte, ero convinto che sarei morto. Bevevo in casa, in discoteca dove c’erano modelle bellissime e al ristornate, quella era la merda, sapevo che stavo sbagliando nel mio lavoro e nella mia responsabilità familiare. Dormivo, mi allenavo e bevevo ogni giorno. Dissero al mio agente che dovevo andare via da Milano, sentivo che non avevo limiti. Persi la mia famiglia e l’obiettivo di giocare a calcio”.
In Cina la situazione degenerò definitivamente. Allo Shanghai Shenhua, dove ha militato tre anni e mezzo, fino al 2019, collezionando 100 presenze e 28 gol, Guarin spiega di esserci andato con la sua crew: “Portai 16 persone per mettere insieme lì il mio gruppo in Cina. Non avevo idea dei soldi che guadagnavo, i soldi non andavano sul mio conto, vivevo con i premi e questo mi dava una vita di lusso… notti brave, feste, yacht, aerei, ho buttato via i soldi”. Poi il ritorno in Sud America, in Brasile, dove con il Vasco da Gama in poco più di un anno colleziona 14 presenze e tre reti. Ma Fredy per i primi sei mesi col supporto di psicologi e psichiatri: “In quel periodo mi sentivo l’uomo più felice del mondo” spiega. Ma la situazione, forse anche per la pandemia Covid, sfugge di mano: “Andavo nelle favela per cercare il pericolo. Ho bevuto 70 birre in una notte, mi dava adrenalina vedere le armi e passavo 10 giorni completamente da ubriaco: mi addormentavo per la stanchezza, mi svegliavo con la birra accanto dove mi ero addormentato e poi mi ubriacavo di nuovo”.
Guarin: “Sono in via di guarigione”
In una precedente intervista rilasciata la primavera scorsa alla rivista Semana, Guarin aveva ammesso di essere “un alcolizzato al 100%. Sono un tossicodipendente in via di guarigione. Sono stato un alcolizzato per diversi anni. Quando ho lasciato il Millonarios (dove ha chiuso la carriera calcistica nel 2021) ho toccato il punto più basso perché in quegli anni la mia dipendenza è diventata molto seria. Non lavoravo più in allenamento, avevo perso la mia dignità, la fiducia delle persone care e la cosa più importante e preziosa che ho, ovvero i miei tre figli. Ho perso molte cose a livello sentimentale e amoroso”.
“Ho dovuto chiedere aiuto, lo avevo già fatto diverse volte, ma avevo sempre una ricaduta. Ho dovuto arrendermi e chiedere aiuto ad alcuni professionisti con cui sto lavorando per rimettere a posto le cose, per riacquistare la fiducia dei miei figli, dei miei parenti e dei miei amici. Da solo non potevo farcela. Stavolta però è tutto diverso e questa è la volta definitiva. Ho già bussato alla porta del diavolo e non è il massimo. So già quale non è la strada e che la strada è Dio che mi dà forza ogni giorno e una vita sobria e sana, per poter dare ai miei figlio tutto l’amore che ho per loro” ha spiegato.
Una historia de superación: Fredy Guarín reveló en #LosInformantes los momentos más oscuros de su vida para ayudar a quienes luchan contra las adicciones.
Vea la historia completa aquí 👉 https://t.co/j0ZnNv06IX pic.twitter.com/4yMWUpodz5
— Los Informantes (@InformantesTV) November 18, 2024
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