Morto per essere stato contagiato dal Covid-19, lo stesso Coronavirus che stava raccontando come giornalista e cameraman in prima linea. Paolo Micai, 60 anni, si è ammalato mentre lavorava senza gli adeguati strumenti di protezione personale e ci ha rimesso la vita, come racconta l’ex segretario dell’associazione dei giornalisti liguri Marcello Zinola.

“Paolo è una pagina della mia vita. Questa maledetta malattia se l’è beccata lavorando fin dai primi giorni in trincea. Le mascherine se l’era trovate lui da solo, come anche altri suoi colleghi. Probabilmente all’inizio aveva anche lavorato senza alcuna protezione”, racconta infatti Zinola a ‘Rassegna’. Micai è morto all’ospedale San Martino di Genova, dove era ricoverato da una decina di giorni.

Un lavoro in prima linea quello di Micai, così come dei tanti colleghi che in tante zone d’Italia stanno lavorando senza sosta ‘dal fronte’, sia quello del Coronavirus che dal precariato. Le difficoltà del mestiere sono evidenziate dalla denuncia di Zinola: “Per l’online, Il Secolo XIX paga 3 euro lordi la notizia, 5 o 10 o 15 euro se è un servizio. L’Ansa paga 5 o 10 euro i collaboratori esterni, che abbiano 20 anni e siano giornalisti in erba, o ne abbiano 50 e si siano ritrovati senza lavoro”.

Una macchina dell’informazione che non può fermarsi, a costo anche dell’incolumità degli stessi operatori. Come la conferenza stampa della Croce Rossa Nazionale dove, come ricorda Zinola, “il direttore senza mascherina e davanti, tutti i colleghi ammassati, anche loro senza alcuna protezione”. Un caso simile a quello della Regione Liguria, dove il governatore Toti distribuì mascherine sotto la sede in piazza dei Ferrari tra una folla di giornalisti. “È vero, noi cronisti dobbiamo stare sul pezzo, dare la notizia, andare sul posto. È vero, non ci può bastare il comunicato di un ufficio stampa, dobbiamo seguire il flusso, andare lì dove c’è l’emergenza. Ma bisogna anche farlo in sicurezza e con un poco di buon senso”, commenta amareggiato l’ex segretario dell’associazione dei giornalisti liguri Marcello Zinola.

Anche l’Associazione Ligure dei Giornalisti ha ricordato il dramma di Micai. “Paolo, giornalista professionista, telecineoperatore, 60 anni, aveva contratto l’infezione da coronavirus. Le sue immagini – ricorda il segretario regionale, Fabio Azzolini – erano diffuse dai canali Mediaset, ma Paolo Micai non era più uno dei giornalisti del gruppo. Mediaset, anni fa, aveva esternalizzato il suo lavoro e il contratto di riferimento del collega non era più quello giornalistico. Paolo Micai ha continuato però a fare cronaca con la sua telecamera. Fino all’ultimo, con lo scrupolo, l’attenzione e la passione che negli anni lo hanno fatto amare dai colleghi e dalla comunità genovese”.

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