Nel Sì & No del giorno spazio al dibattito sulla proposta di Salvini sul mini condono edilizio. Le ragioni del sì vengono evidenziate da Giorgio Spaziani Testa, presidente Confedilizia, che sottolinea come sanare queste piccole difformità porterebbe ad una maggiore speditezza nei trasferimenti immobiliari e qualche denaro in più nelle casse pubbliche. Contrario Augusto Curti, deputato PD, che ripercorrendo la storia dei condoni della destra, punta i riflettori sul triste record frutto della politica di basso cabotaggio.

Di seguito il commento di Augusto Curti

Quello proposto da Salvini sul tema delle irregolarità edilizie rappresenterebbe il quattordicesimo condono attuato dalla destra, in poco meno di un anno di Governo. Un triste record frutto della politica di basso cabotaggio, a cui l’esecutivo ci ha ormai abituati. C’è francamente di che essere preoccupati, se si considera che l’ultima sanatoria annunciata da Salvini è stata declinata in un vergognoso maxicondono a favore delle squadre di calcio. Provvedimento costato alla collettività centinaia di milioni di euro ed emanato in sfregio alle enormi difficoltà che, soprattutto in quel frangente, migliaia di famiglie stavano vivendo.

Così, ancora una volta, il confronto politico sulle reali priorità del nostro Paese risulta del tutto inquinato dagli strilloni elettorali di Salvini. Tuttavia una certa preoccupazione la desta anche l’atteggiamento possibilista da parte di Forza Italia che, proprio perché meno incline alla pesca a strascico sul fronte del consenso, alimenta la certezza che questo Governo sia in enorme difficoltà dal punto di vista del reperimento delle risorse. Lecito chiedersi dunque se realmente si stia pensando di organizzare una risposta efficace alle complessità contingenti, dal carovita agli stati di emergenza in corso, raschiando il barile dei condoni. La contrarietà a una proposta di questo tenore non può che essere unanime e condivisa.

Fosse soltanto perché riafferma in maniera inequivocabile come il concetto di “merito”, per il Governo, si sostanzi nel favorire i disonesti ed i furbi. Ciò a discapito di chi, con sacrificio, non solo affronta le difficoltà quotidiane ma lo fa rispettando le regole. Un Governo che, lo voglio ricordare, ha avviato il suo mandato con un provvedimento spot, quello sui “rave”, attraverso cui rivendicava simbolicamente la propria vocazione alla legalità. Ma questa postura morale, di condono in condono, è diventata sempre più sguaiata e meno adeguata alle difficoltà che stanno vivendo i Cittadini.

Tuttavia è nel merito che giova evidenzire come i condoni del centrodestra, dal punto di vista degli obiettivi, si siano spesso rivelati veri e propri flop in quanto a target raggiunti. Le entrate conseguite dalle adesioni, infatti, hanno spesso fatto registrare risultati molto lontani dalle stime. Occorre poi considerare che, in un momento in cui il territorio sta mostrando la sua enorme fragilità dal punto di vista idrogeologico, orientare la strategia sui condoni edilizi rappresenta soltanto un insulto. Perché parte della vulnerabilità è stata causata proprio da abusi, da cementificazioni irrazionali, da opere malfatte e decontestualizzate che hanno beneficiato del salvacondotto del condono di turno. Tutto ciò a fronte di una leva economico-finanziaria che, nel tempo, si è fatta sempre meno incisiva se si considera che gli oneri di urbanizzazione per le costruzioni abusive vanno a superare le entrate derivanti dal pagamento delle sanzioni. Questa ennesima irricevibile presa di posizione di Salvini ci spinge, una volta di più, ad affermare che la logica dei condoni non può e non deve diventare parte integrante del diritto del governo del territorio italiano.

Augusto Curti

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