Il blitz di Fratelli d’Italia sulle associazioni “Pro-Life” nei consultori femminili unisce tutte le opposizioni. Nel centrodestra, invece, si registra la freddezza da parte di Forza Italia. Mentre l’Aula della Camera vota sì alla fiducia al decreto Pnrr, in cui è stato inserito l’emendamento sulla legge 194, in Piazza Montecitorio si riuniscono in sit-in Pd, M5S e Alleanza Verdi e Sinistra. Ma criticano la norma anche Azione, Italia Viva e Più Europa. Il campo largo a pezzi dopo il caos pugliese si ritrova compatto in protesta contro il centrodestra. Al centro della polemica c’è un emendamento al dl Pnrr, presentato all’ultimo minuto dal deputato di FdI Lorenzo Malagola.

La modifica chiedeva di inserire nel decreto questo articolo: “Le regioni organizzano i servizi consultoriali nell’ambito della Missione 6, Componente 1, del Pnrr e possono avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo settore che abbiano una qualificata esperienza nel settore del sostegno alla maternità”. Tradotto: via libera alle associazioni pro-Vita nei consultori. L’emendamento era contenuto nel dl Pnrr, su cui il governo aveva posto la questione di fiducia. Approvata dalla Camera con 185 voti favorevoli, 115 contrari e quattro astenuti. Passa, dunque, anche l’emendamento presentato da Fdi in Commissione Bilancio a Montecitorio.

Per le opposizioni si tratta di un attacco dell’esecutivo alla legge 194 del 1978, che garantisce alla donna il diritto all’aborto. Per la maggioranza, invece, la norma non va a intaccare la legislazione sull’interruzione di gravidanza. Il dato politico è che il blitz di FdI fa scendere in piazza di nuovo insieme Pd e M5s, che per il resto sono in guerra come non accadeva ormai da molti anni. La prima a intervenire, nella serata di lunedì, è la segretaria del Pd Elly Schlein. Secondo Schlein Meloni “mentiva” “quando disse che non avrebbe toccato la 194“. Scrive su Facebook la leader dem: “È in corso un attacco pesante alla libertà delle donne di scegliere sul proprio corpo. Ce lo aspettavamo da questa destra che ovunque governa cerca di minare l’attuazione della 194 e di restringere il diritto delle donne che cercano di avere accesso ad una interruzione volontaria di gravidanza”. Ancora Schlein: “È molto grave il blitz della destra in Parlamento con questo emendamento, che vuole fare entrare nei consultori associazioni antiabortiste”.

Giuseppe Conte, dalla Basilicata, invita il governo a “non fare dei consultori luoghi di scontro ideologico a danno delle donne”. Il M5S è in prima linea al sit-in di Piazza Montecitorio. “Con una violenza inaudita il governo si scaglia ancora una volta contro noi donne e contro il diritto all’aborto”, dice la deputata pentastellata Gilda Sportiello. “Con un emendamento all’articolo 44 nel decreto sul Pnrr e permettendo alle associazioni antiabortiste di entrare nei consultori abortire sarà ancora più difficile”, continua Sportiello. Dal Pd arriva però una vera e propria batteria di dichiarazioni. “Giù le mani dalla legge 194. La maggioranza ritiri immediatamente dal decreto Pnrr la norma che apre le porte dei consultori alle associazioni pro-life”, attacca la deputata del Pd Sara Ferrari, prima firmataria di un ordine del giorno, sottoscritto anche dalla capogruppo alla Camera Chiara Braga, in cui si impegnava il governo “ad assicurare la piena attuazione della legge 194”. Braga annuncia battaglia: “Siamo concentrati a respingere una nuova offensiva al diritto fondamentale all’aborto da parte del governo che apre i consultori alle associazioni anti abortiste”.

Per Laura Boldrini “il governo è contro la libertà di scelta delle donne”. “L’atto del governo ci porta in Ungheria”, accusa il deputato del Pd Alessandro Zan. “La destra continua a colpire la libertà femminile”, incalza il presidente dei senatori dem Francesco Boccia. Da Azione si unisce alla protesta Mara Carfagna: “L’emendamento crea un precedente molto pericoloso. Credo sia stato commesso un enorme pasticcio. La maggioranza deve correre ai ripari”. “Ridurre i diritti delle donne non porterà bene a Meloni”, twitta la deputata di Italia Viva Isabella De Monte. “La premier Meloni è venuta meno alla sua parola, quella di non indebolire la legge 194”, dice da Piazza Montecitorio il leader dei Verdi Angelo Bonelli. Al sit-in sono presenti anche le associazioni pro-choice e la Cgil. Dal Palazzo la capogruppo di Avs Luana Zanella parla di “destra infida” e “blitz sulla pelle delle donne”. Riccardo Magi di Più Europa interpreta la proposta come un “uso politico dei fondi Ue”.

L’opposizione è unita, tra la piazza e l’Aula. Il centrodestra rivendica la norma, seppur con sfumature abbastanza diverse. Il deputato di Fdi Manlio Messina, intervenendo a Montecitorio, bolla come “fake news” l’accusa di voler smontare la 194. Poi non fa passi indietro: “Non siamo contro la legge 194, diamo alle donne l’opportunità della vita”. Fabio Rampelli ribalta la questione e spiega che l’emendamento Malagola rientra nell’applicazione della 194: “Se il Pd non si riconosce più nella legge che il ‘partito padre’, il Pci, ha approvato, allora promuova un referendum abrogativo. Finché esiste la 194, il diritto all’aborto non verrà toccato dal centrodestra, ma il centrodestra ha il diritto/dovere di applicarla tutta”. “L’opposizione gioca a strumentalizzare l’emendamento”, insiste Tommaso Foti, capogruppo di Fdi alla Camera. Più sfumata la posizione di Antonio Tajani, leader di Fi: “Nessuno vuole cambiare la legge, ma non bisogna criminalizzare chi è contro l’aborto, Forza Italia su questi temi ha sempre lasciato libertà di coscienza”. Tajani smorza perché tra gli azzurri sono in molti a essere contrari all’emendamento sui consultori. Ma per il momento non ci saranno strappi. Dopo la polemica, i pro-Life si sfilano. “Non abbiamo nessuna intenzione di entrare nei consultori, facciamo sensibilizzazione con campagne nazionali”, getta acqua sul fuoco Jacopo Coghe, portavoce di Pro-Vita.