All'ospedale Cannizzaro di Catania
“Ha ucciso due pazienti perché trasferito dal reparto”, le accuse all’infermiere del duplice omicidio per “vendetta”
È accusato di omicidio premeditato pluriaggravato Vincenzo Villani Conti, l’infermiere dell’ospedale Cannizzaro di Catania al centro di una vicenda che sembra avere del grottesco. I pm ne hanno chiesto e ottenuto l’arresto per duplice omicidio. L’accusa è gravissima: assassinio di due pazienti affidate alle sue cure. Per vendetta, a quanto pare e secondo quanto si dovrà chiarire in sede processuale. Sul caso ha indagato la Squadra Mobile di Catania coordinata da Antonio Sfameni.
Ha del grottesco la vicenda che arriva dalla Sicilia, dal capoluogo etneo. Le donne avevano 80 e 65 anni. Erano ricoverate nel reparto di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e Urgenza per patologie non gravi e non erano in fase terminale. Stando alle ricostruzioni degli investigatori della squadra mobile, entrambe sono state ritrovate senza vita alla fine del turno di notte dell’infermiere, a dicembre 2020 e a gennaio 2021. Secondo quanto ricostruito dall’accusa l’uomo le avrebbe “scelte” casualmente e avrebbe somministrato loro farmaci assolutamente controindicativi considerando le loro condizioni di salute.
Le indagini sono state imbeccate dalla denuncia di due psicologi presso i quali l’infermiere era in cura e che avevano segnalato sospetti sulle intenzioni del paziente. Proprio dopo quelle segnalazioni sono partite le indagini. Conti è stato intercettato per mesi ed è stata disposta la riesumazione dei corpi delle due donne. Sui corpi sono state scoperte tracce di Diazepam e Midazolam, farmaci che non erano stati prescritti alle pazienti dai medici, che non erano in cartella clinica e che sarebbero stati sottratti all’ospedale. Dosi massicce anche a distanza di tempo dalla morte.
Conti avrebbe agito “per la frustrazione provata dopo il trasferimento nel reparto di Chirurgia, trasferimento vissuto come una regressione professionale” secondo quanto ha scritto nell’ordinanza il gip di Catania. “Sia nei campioni biologici dei due pazienti i dati relativi al Midazolam e al Diazepam sono compatibili con una somministrazione delle sostanze avvenuta pressoché contemporaneamente – hanno spiegato dalla Procura il secondo giornale La Sicilia – determinando un aumento reciproco degli effetti tossici sull’apparato respiratorio. Considerando le condizioni cliniche delle due pazienti, la grave compromissione della loro funzione respiratoria avrebbe dovuto costituire una controindicazione specifica alla somministrazione”.
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