Andando in giro per i social ci si imbatte in miriadi di critiche, alcune al limite della guerriglia verbale, con analogie improbabili e bava alla bocca, riguardo ai bombardamenti di Israele sull’Iran. Lasciamo perdere il diritto alla difesa di ciascun Stato, che vale per tutti tranne che per il “sozzo et diabolico” stato ebraico. Lasciamo perdere l’Iran, il vero nemico di Israele che finanzia tutti i gruppi terroristici che creano disordine in Medio Oriente e perseguono la distruzione dello stato di Israele, cioè Hamas, Hezbollah, Houthi. Concentriamoci sui bombardamenti che stanno mettendo in ginocchio il regime degli ayatollah. Ecco, questi bombardamenti vengono definiti “nazisti”, “contro il diritto internazionale”, “infami”, ecc. Però ci sono molti giovani iraniani che auspicano, anche attraverso questi bombardamenti contro obiettivi politico-militari del regime, un cambio di governo nel loro Paese.

Ecco, a coloro che si riempiono la bocca di Resistenza e 25 aprile e che strepitano contro i “nazi-israeliani”, possiamo sommessamente ricordare che, durante la Seconda Guerra Mondiale, l’Italia è stata bombardata da diritto e da rovescio da parte di americani e inglesi, a nord, al centro e al sud. La concentrazione maggiore di attacchi delle aeronautiche alleate (proprio così, alleate di una parte di italiani ribelli, contro la maggioranza fascista) ci fu tra il 1943 e il 1944, ma c’è uno studio della storica Claudia Baldoli che afferma: “i bombardamenti sulle città italiane iniziarono l’11 giugno 1940, circa 24 ore dopo la dichiarazione di guerra alla Francia e alla Gran Bretagna, mentre le ultime bombe caddero all’inizio di maggio 1945”.

Si è sempre detto in verità che gli alleati senza partigiani non avrebbero vinto la guerra in Italia, ma possiamo altrettanto dire che i partigiani senza i bombardamenti alleati non avrebbero ribaltato il regime fascista. Non vogliamo fare analogie stringenti, ma solo segnalare che l’attacco terroristico del 7 ottobre da parte di Hamas (finanziato dall’Iran) è stata una dichiarazione di guerra contro Israele e che tutto ciò che è venuto dopo è conseguenza di quella dichiarazione.

Infine è utile ricordare che attualmente, per le leggi vigenti nella Repubblica Islamica dell’Iran, le donne non possono cantare o ballare, andare allo stadio, vestirsi come vogliono, viaggiare all’estero da sole. Hanno l’obbligo di indossare l’hijab e, a 9 anni, possono essere date in spose, perché considerate – già a quell’età – penalmente responsabili. Per le donne è prevista la pena di morte tramite lapidazione in caso di adulterio. Oggi in Iran ci sono molti dissidenti, non solo del movimento “Donna, Vita, Libertà”, imprigionati ingiustamente. Una parte consistente della popolazione giovanile, che è in pieno disaccordo con la legge islamica mantenuta con la forza dai pasdaran, ha subìto percosse e incarcerazioni. Molti ragazzi e ragazze sono stati arrestati, torturati o violentati e uccisi. Tanti di loro sperano di rovesciare il regime islamico che li tiene sottomessi.