Il conflitto
Guerra Israele-Iran, bombe sulla tv di Stato. Netanyahu non ha fretta: piena liberà di manovra e difese antiaeree annichilite

Gli esperti non sono sicuri di quanto possa durare questo scontro diretto tra Iran e Israele. Ma l’impressione è che il premier Benjamin Netanyahu non abbia fretta di chiudere la partita fino a che non avrà raggiunto tutti gli obiettivi. Secondo il Times of Israel, la campagna di bombardamenti da parte delle Israel defense forces potrebbe durare tra le due e le tre settimane. Qualcun altro, specialmente negli Stati Uniti, ritiene che la serie di raid contro basi, centri di comando, centri di ricerca, aeroporti militari e soprattutto gli impianti nucleari degli ayatollah possa andare avanti anche soltanto per un’altra settimana. Ma, arrivato a questo punto, “Bibi” sa di avere in mano le carte migliori e lo confermano anche gli ultimi attacchi che hanno colpito Teheran.
Piena libertà di manovra
Israele ora ha la piena libertà di manovra su tutto il territorio della Repubblica islamica. E dopo il primo maxi-attacco e con l’operazione interna all’Iran da parte del Mossad, le difese antiaeree dei nemici sono sostanzialmente annichilite. Questo lo ha confermato ieri lo stesso Netanyahu quando ha messo in chiaro che “l’aeronautica controlla i cieli di Teheran” e che questo “cambia l’intera campagna”. “Siamo sulla buona strada per raggiungere i nostri due obiettivi: eliminare la minaccia nucleare ed eliminare la minaccia missilistica”, ha continuato il primo ministro. E ieri, la campagna aerea dello Stato ebraico è continuata per tutto il giorno colpendo anche la sede della televisione pubblica degli ayatollah. Pochi minuti prima, l’Idf aveva emanato un avviso alla popolazione della capitale dicendo di allontanarsi immediatamente dalla zona identificata come bersaglio.
I bombardamenti proseguono
Intanto nelle ore precedenti, Israele aveva bombardato anche in altre zone del Paese, in particolare nelle regioni centrali, mirando ancora una volta sui centri del programma nucleare e di quello missilistico. E dopo che sia il governo israeliano che l’Agenzia internazionale per l’energia atomica hanno confermato danni significativi nell’impianto di Natanz, “sancta sanctorum” dei piani nucleari della Guida Suprema, Ali Khamenei, ieri sono state registrate anche alcune esplosioni vicino al sito di Fordow, ritenuto il più fortificato di tutti i centri legati al programma atomico. Segno che i segreti nucleari degli ayatollah sono ancora ben custoditi. E proprio per questo, diversi esperti pensano che la guerra non sia affatto semplice, né destinata a terminare in breve tempo.
Per gli ayatollah si tratta comunque di un momento estremamente difficile. Secondo le autorità, sono almeno 224 le persone morte nei primi giorni di bombardamenti. E sono in molti a vedere un regime sempre più in bilico, tanto che si parla anche di un Khamenei segretamente impegnato a un possibile salvacondotto verso la Russia. Le reazioni da parte dell’Iran continuano, con lanci di missili diretti su tutto il territorio israeliano. Ieri sera, dopo il messaggio iraniano che preannunciava l’offensiva più intensa dall’inizio della guerra, da Teheran sono partiti altri missili. E il governo ha confermato che, dall’inizio dell’escalation, sono state 24 le persone uccise, e più di 500 i feriti. E soltanto con i missili lanciati all’alba, sono morte quattro persone a Petah Tikva, tre ad Haifa e una a Bnei Brak. Il sangue continua a scorrere. E mentre Teheran prosegue a lanciare missili balistici contro Israele (oltre 350 da venerdì scorso), allo stesso arrivano anche segnali che in molti, nella capitale iraniana, cercano un dialogo.
Il tavolo negoziale
Secondo il Wall Street Journal, i funzionari degli ayatollah avrebbero già attivato diversi intermediari arabi per riaprire i canali con gli Stati Uniti e Israele. Gli ayatollah sarebbero pronti a un tavolo negoziale, ma solo se Israele ferma gli attacchi e gli Stati Uniti non si uniscono all’operazione “Leone nascente”. Ma l’idea di Teheran sembra essere soprattutto quella di convincere Netanyahu (e Donald Trump) del fatto che il conflitto potrebbe diventare lungo e logorante, e con molti morti anche in Israele.
L’avvertimento
Un indizio lo ha dato anche il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, che ha avvertito il tycoon che gli Usa rischiano di rimanere “impantanati nella madre delle guerre eterne”. Ma intanto, Washington ha continuato a rafforzare tutto il suo dispiegamento di navi e mezzi in Medio Oriente. Secondo le ultime indiscrezioni, anche la portaerei Nimitz sarebbe diretta verso la zona del Golfo. E Trump, durante l’incontro con il premier canadese Mark Carney, ha detto che l’Iran “deve riprendere i colloqui immediatamente, prima che sia troppo tardi”. Un incontro che si è tenuto a margine del vertice del G7 di Kananaskis e in cui non sono mancate frizioni tra Trump e gli altri leader proprio sulla dichiarazione riguardo la crisi che sta sconvolgendo il Medio Oriente.
© Riproduzione riservata