80 miliardi di euro dal Mes per l’Ucraina. E’ quanto riferisce a Bloomberg il numero uno della banca centrale finlandese Olli Rehn che ha sottolineato come il Mes potrebbe diventare un “piano B” per aiutare Kiev in guerra da quasi due anni con la Russia. Mes la cui ratifica è stata bocciata nelle scorse ore dal Parlamento italiano grazie ai voti populisti e sovranisti dei partiti della premier Giorgia Meloni, di Matteo Salvini e di Giuseppe Conte (Fratelli d’Italia, Lega e M5S).

Secondo Rehn, non vi è alcuna necessità immediata di un Mes sui mercati finanziari, ma esiste un bisogno profondo ed esistenziale per l’Ucraina. L’obiettivo è quello di trovare rapidamente i fondi per scoraggiare la minaccia e le aspirazioni imperialistiche di Putin. Il capo della banca finlandese ha poi esortato i 26 Stati membri dell’Ue a procedere nonostante il veto dell’Ungheria. “Non c’è tempo da perdere, quindi gli altri 26 Stati membri dell’UE devono riunirsi rapidamente e preparare un “piano B” senza il consenso dell’Ungheria, che sembra andare per la sua strada” ha osservato.

Rehn ha inoltre sottolineato che una strategia realistica e credibile a lungo termine per l’UE dovrebbe includere l’utilizzo dei 260 miliardi di euro in titoli e liquidità della Banca centrale russa congelati dall’UE, dai paesi del G7 e dall’Australia. Più di due terzi di questi fondi si trovano nell’UE. L’appuntamento è fissato per il 1° febbraio 2024 quando si terrà un vertice speciale dell’UE per approvare le modifiche al bilancio pluriennale 2024-2027, che includono la creazione di un Fondo per l’Ucraina da 50 miliardi di euro.

Già a febbraio il Financial Times suggeriva questo meccanismo: “I paesi della zona euro hanno a disposizione un meccanismo in disuso: il Meccanismo europeo di stabilità, istituito per concedere prestiti di salvataggio agli stati membri finanziariamente in difficoltà. Il Mes ha più di 400 miliardi di euro di capacità di finanziamento inutilizzata, abbastanza per il piano Marshall del 21° secolo promesso dal cancelliere tedesco Olaf Scholz. Ma il MES non sarà mai più utilizzato per il suo scopo originale. Si è rivelato così tossico politicamente che nessun paese ha voluto toccarlo nella pandemia”. La sua enorme capacità di prestito, continuava il prestigioso quotidiano finanziario, “dovrebbe essere riutilizzata per la ricostruzione dell’Ucraina. Il trattato del MES autorizza i ministri delle finanze a rivedere i suoi strumenti di sostegno. Potrebbero emettere obbligazioni MES per finanziare i governi dell’euro che si prestano a una piattaforma di ricostruzione. Attualmente i prestiti devono essere “a beneficio dei membri del MES [di fronte] a gravi problemi di finanziamento, se indispensabili [per] la stabilità finanziaria”. Poiché il MES rimane un organo intergovernativo e non un organo dell’UE, i suoi membri potrebbero consentire all’Ucraina di aderire o semplicemente rivedere il trattato per consentire il sostegno a un non membro.

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